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poesie 301

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SONETTO 1.


L'ENIMMA


AD ANTONIO MALATESTI.

 
Mostro son’io più strano e più diforme
  Che l’Arpía, la Sirena o la Chimera;
  Nè in terra, in aria, in acqua è alcuna fiera,
  4Ch’abbia di membra così varie forme;

Parte a parte non ho che sia conforme,
  Più che s’una sia bianca e l’altra nera;
  Spesso di cacciator dietro ho una schiera,
  8Che de’ miei piè van rintracciando l’orme.

Nelle tenebre oscure è il mio soggiorno,
  Che se dall’ombre al chiaro lume passo,
  11Tosto l’alma da me sen fugge, come

Sen fugge il sogno all’apparir del giorno,
  E le mie membra disunite lasso,
  14E l’esser perdo con la vita, e il nome.

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