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Compose varie poesie in stil grave et in burlesco, molto stimate da' professori. Intese mirabilmente la teorica della musica, e ne diede evidente saggio nella prima Giornata delli ultimi Dialogi sopradetti.

Oltre al diletto ch'egli aveva nella pittura, ebbe ancora perfetto gusto nell'opere di scultura et architettura et in tutte l'arti subalternate al disegno.

Rinovò nella patria, e si può dire nell'Italia, le matematiche e la vera filosofia; e questo non solo con le pubbliche e private lezzioni nelle città di Pisa, Padova, Venezia, Roma e Firenze, ma ancora con le continue dispute che ne' congressi avanti di lui si facevano, instruendo particolarmente moltissimi curiosi ingegni e gran numero di gentiluomini, con lor notabili acquisti. Et in vero il Sig.r Galileo ebbe dalla natura così maravigliosa abilità d'erudire, che gli stessi scolari facevan in breve tempo conoscer la grandezza del loro maestro.

Alle publiche sue lezzioni di matematica interveniva così gran numero d'uditori, che vive ancor oggi in Padova la memoria, autenticata da soggetto di singolarissima fama e dottrina, stato già quivi scolare del Sig.r Galileo, che egli fu necessitato (e tali son le parole di Mons.r Vescovo Barisone) d'uscire della scuola destinata alla sua lettura et

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