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358 DECENNALE PRIMO.

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E parendovi fier, forti, e robusti
  Per virtù di quest’armi esser venuti,
  189Moveste ’l campo contro a quelli ingiusti;
Nè vi mancando li Sforzeschi aiuti
  Volevi con la insegna Vitellesca
  192Sopra il muro di Pisa esser veduti.
Ma perchè quel disegno non riesca,
  Marradi prima, e dipo’ il Casentino,
  195Ferito fu da la gente Marchesca.
Voi voltaste il Vitello a quel cammino,
  In modo tal, che rimase disfatto
  198Sotto le insegne sue l’Orso, ed Urbino.
Ed ancor peggio si saria lor fatto,
  Se fra voi disparer non fussi suto
  201Per la discordia fra ’l Vitello e ’l Gatto.
Da poi che Marco fu così battuto,
  Fece l’accordo con Luigi in Francia,
  204Per vendicare il colpo ricevuto.
E perchè il Turco arrestava la lancia
  Contro di lor, tanto timor li vinse
  207Di non far cigolar la lor bilancia;
Che a far con voi la pace li sospinse,
  Ed uscirsi di Pisa al tutto sparsi,
  210E ’l Moro a consentirla voi costrinse,
Per veder se potea riguadagnarsi
  Con questo benifizio il Viniziano,
  213Gli altri rimedj iudicando scarsi.
Ma questo suo disegno ancor fu vano;
  Perchè gli avien la Lombardia divisa
  216Secretamente col gran Re Cristiano.
Così restò l’astuzia sua derisa,
  E voi, sanza temer di cosa alcuna,
  219Poneste il campo vostro intorno a Pisa.

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