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DECENNALE SECONDO. 373

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Ma Francia e Marco, che questo sentìa
  Uniron le lor genti, e sotto Trento
  126Uniti insieme gli chiuser la via.
Nè Marco alle difese stè contento,
  Ferillo in casa, ed all’Imperio tolse
  129Gorizia con Triesti in un momento.
Onde Massimilian far tregua volse,
  Veggendo contro ai suoi tanto contrasto,
  132E le due terre d’accordo si tolse;
Le quali dipoi si furon quel pasto;
  Quel rio boccon, quel velenoso cibo,
  135Che di San Marco ha lo stomaco ha guasto.
Perchè l’Imperio, sì come io scribo,
  Sut’era offeso, ed al buon Re de’ Galli
  138Parve de’ Viniziani esser corribo.
Così perchè il disegno a Marco falli,
  Il Papa, e Spagna insieme tutti due
  141S’uniron con l’Imperio, e gigli Galli.
Nè steron punto de’ patti infra due,
  Ma subito convennero in Cambrai,
  144Che ognun s’andasse per le cose sue.
In questo voi provedimenti assai
  Avevi fatti, perchè verso Pisa
  147Tenevi gli occhi volti sempre mai,
Non potendo posare in nulla guisa,
  Se non l’avevi; e Ferrando, e Luigi
  150V’avien d’averla la via intercisa.
E li vostri vicini, i lor vestigi
  Seguen, facendo lor larga l’offerta,
  153Movendovi ogni dì mille litigi.
Talchè, volendo far l’impresa certa,
  Bisognò a ciascuno empier la gola
  156E quella bocca che teneva aperta.

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