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V.


Non son chi fui: perì di noi gran parte:
  Questo che avanza è sol languore e pianto;
  E secco è il mirto, e son le foglie sparte
  4Del lauro, speme al giovenil mio canto;

Perchè dal dì ch’empia licenza e Marte
  Vestivan me del lor sanguineo manto,
  Cieca è la mente e guasto il core, ed arte
  8L’umana strage arte è in me fatta, e vanto.

Che se pur sorge di morir consiglio,
  A mia fiera ragion chiudon le porte
  11Furor di gloria, e carità di figlio.

Tal di me schiavo, e d’altri, e della sorte,
  Conosco il meglio ed al peggior mi appiglio,
  14E so invocare, e non darmi la morte.

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