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96 adelchi

Son donni pur essi di lurida plebe,
Inerme, pedestre, dannata alle glebe,
Densata nei chiusi di vinte città.
A frangere il giogo che i miseri aggrava,
Un motto dal labbro dei forti bastava;
Ma il labbro dei forti proferto non l’ha.

Tornate alle vostre superbe ruine,
All’opere imbelli dell’arse officine,
Ai solchi bagnati di servo sudor.
Stringetevi insieme l’oppresso all’oppresso,
Di vostre speranze parlate sommesso,
Dormite fra i sogni giocondi d’error.

Domani, al destarvi, tornando infelici,
Saprete che il forte sui vinti nemici
I colpi sospese, che un patto troncò.
Che regnano insieme, che sparton le prede,
Si stringon le destre, si danno la fede,
Che il donno, che il servo, che il nome restò.

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