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atto secondo. 235

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SCENA IV.

Campo veneziano, Tenda del Conte.

IL CONTE, un SOLDATO.

soldato.


Signor, l’oste nemica è in movimento:
La vanguardia è sull’argine, e s’avanza.

il conte.


I condottieri dove son?

soldato.


                                             Qui tutti
Fuor della tenda i principali; e stanno
Gli ordin vostri aspettando.

il conte.


                                                  Entrino tosto.

(parte il soldato).

SCENA V.

IL CONTE.

Eccolo il dì ch’io bramai tanto. — Il giorno
Ch’ei non mi volle udir, che invan pregai,
Che ogni adito era chiuso, e che deriso,
Solo io partiva, e non sapea per dove,
Oggi con gioia io lo rammento alfine.
Ti pentirai, dicea, mi rivedrai,
Ma condottier de’ tuoi nemici, ingrato!
Io lo dicea; ma allor parea un sogno.
Un sogno della rabbia; ed ora è vero,
Gli sono a fronte: ecco mi balza il core;
Io sento il dì della battaglia... E s’io...
No: la vittoria è mia.

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