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ATTO TERZO




SCENA PRIMA

Campo de’ Longobardi. Piazza dinanzi alla tenda di Adelchi.


ADELCHI, ANFRIDO.

  anfrido.
  (che sopraggiunge)
Signor!

  adelchi.
  Diletto Anfrido; ebben, che fanno
Codesti Franchi? non dan segno ancora
Le tende al tutto di levar?

  anfrido.
  Nessuno
Finora: immoti tuttavia si stanno,
Quali sull’alba li vedesti, quali
Son da tre dì, poi che le prime schiere
Cominciar la ritratta. Una gran parte
Scorsi del vallo, esaminando; ascesi
Una torre, e guatai: stretti li vidi
In ordinanza, folti, all’erta, in atto
Di chi assalir non pensa, ed in sospetto
Sta d’un assalto; e più si guarda, quanto
Più scemato è di forze; e senza offesa
Ritrarsi agogna, ed il momento aspetta.

  adelchi.
E lo potrà, pur troppo! Ei parte, il vile
Offensor d’Ermengarda, ei che giurava
Di spegner la mia casa; ed io non posso
Spingergli addosso il mio destrier, tenerlo,
Dibattermi con esso, e riposarmi
Sull’armi sue! Nol posso! In campo aperto
Stargli a fronte, non posso! in queste Chiuse,
La fè de’ pochi che a guardarle io scelsi,
Il cor di quelli ch’io prendea tra i pochi,
Compagni alle sortite, alla salvezza

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