< Pagina:Opere varie (Manzoni).djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

atto quinto. 83

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Opere varie (Manzoni).djvu{{padleft:89|3|0]]

SCENA III.

  teudi.
  Mio re.

  adelchi.
  Restano amici ancora
Al re che cade?

  teudi.
  Sì: color che amici
Eran d’Adelchi.

  adelchi.
  E che partito han preso?

  teudi.
L’aspettano da te.

  adelchi.
  Dove son essi?

  teudi.
Qui nel palazzo tuo, lungi dai tristi
A cui sol tarda d’esser vinti appieno.

  adelchi.
Tristo, o Teudi, il valor disseminato
Tra la viltà! - Compagni alla mia fuga
Io questi prodi prenderò: null’altro
Far ne poss’io; nulla ei per me far ponno,
Che seguirmi a Bisanzio. Ah! se avvi alcuno
Cui venga in mente un più gentil consiglio,
Per pietà, me lo dia. - Da te, mio Teudi,
Un più coral servigio, un più fidato
Attendo ancor: resta per ora; al padre
Fa che di me questa novella arrivi:
Ch’io son fuggito, ma per lui; ch’io vivo,
Per liberarlo un dì; che non disperi.
Vieni, e m’abbraccia: a dì più lieti! - Al duca
Di Verona dirai che non attenda
Ordini più da me. - Sulla tua fede
Riposo, o Teudi.

  teudi.
  Oh! la secondi il cielo.
  (escono dalle parti opposte.)

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.