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84 adelchi

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SCENA IV.

Tenda nel campo di Carlo sotto Verona.

CARLO, un ARALDO, ARVINO, CONTI.

  carlo.
Vanne, araldo, in Verona; e al duca, a tutti
I suoi guerrier questa parola esponi:
Re Carlo è qui: le porte aprite; egli entra
Grazioso signor; se no, più tarda
L’entrata fia, ma non men certa; e i patti
Quali un solo li detta, e inacerbito.
  (l’ARALDO parte.)

  arvino.
Il vinto re chiede di parlarti, o sire.

  carlo.
Che vuol?

  arvino.
  Nol disse; ma pietosa istanza
Egli ne fea.

  carlo.
  Venga.
  (ARVINO parte.)
  Vediam colui,
Che destinata a un’altra fronte avea
La corona di Carlo.
  (ai CONTI)
  Ite: alle mura
La custodia addoppiate; ad ogni sbocco
Si vegli in arme: e che nessun mi sfugga.


SCENA V.

CARLO, DESIDERIO.

  carlo.
A che vieni, infelice? E che parola
Correr puote tra noi? Decisa il cielo
Ha la nostra contesa; e più non resta
Di che garrir. Tristi querele e pianto
Sparger dinanzi al vincitor, disdice

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