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[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Oriani - Il nemico.djvu{{padleft:114|3|0]]vato. Io ho già rubato al giuoco ed uccisa una spia; sono pronto a tutto.

Ogareff gli strinse la mano.

— Scusate, Loris; vi ammiro, ma confesso francamente che non lo avrei fatto. Comprendo che abbiate uccisa quella spia, guai se non l’aveste fatto! era vita per vita. Quanto al giuoco... e si fermò.

— L’onore convenzionale del gentiluomo vi toglie di comprendere questa suprema necessità del furto; eppure la società, che noi vogliamo rovesciare, non ha altra base.

— Ve lo accordo: non parliamone più, aggiunse con sorriso simpatico. Mi perdonerete la mia debolezza, ne abbiamo tutti.

Proseguirono a discutere.

Il disegno di Loris era di un’abbagliante semplicità. I contadini russi sono da cinquantaquattro milioni sopra una popolazione di cento, ma in quest’ultima cifra sono comprese tutte le nazionalità non russe, che compongono l’impero: la popolazione russa è dunque agricola per tre quarti. Le città sono scarse, ad immense distanze, con pochissima vita industriale e meno importanza civile: mancano le classi medie. Il mugik e lo Czar, il mir e l’autocrazia, ecco la Russia. Sino a ieri tutti i nichilisti avevano agito nel nome e collo spirito della nuova borghesia, educata all’università, per ribellarsi contro la burocrazia dell’impero; se il programma nichilista era tutto pieno

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