< Pagina:Osservazioni intorno alle vipere.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.
22 OSSERVAZ. INT. ALLE VIPERE

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Osservazioni intorno alle vipere.djvu{{padleft:20|3|0]]daveri, e considerato il cuore, ho ritrovato sempre tutte due le auricule diventate molto più grandi del cuore medesimo, avvegnaddiochè nello stato naturale sieno piccolissime, ed a tal segno, che alcuni non ben’ aguzzando gli occhi al vero anno detto, il cuore Viperino avere una sola auricola.

Ma tralasciata questa digressione, torno a scriver di quel liquor giallo, che trovasi nelle guaine, che coprono i denti, il quale preso per bocca, non essendo ne a gli uomini, ne alle bestie mortifero, si andò facendo riflessione, se per fortuna messo su le ferite, fosse cagione di morte; Ed in verità, che in capo alle tre, o alle quattr’ore morirono tutti i galletti, e tutti i piccioni, su le ferite de’ quali fu posto, e tanto ammazza il liquor delle Vipere vive, quanto quello, che è cavato dal palato, e dalle guaine delle Vipere morte, e morte anche di due, o di tre giorni, avendone io fatte in diversi animali più di cento esperienze, le quali tutte mi fanno credere, che Cleopatra allor che volle morire, non si facesse mica mordere da un’Aspido, come rife-

    Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.