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DI FRANCESCO REDI. 61

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Osservazioni intorno alle vipere.djvu{{padleft:59|3|0]]dopo morte, non ne restassero infettati coloro, a’ quali s’aspettava di far questa funzione, e se prese per testimonio di ciò alcune parole, che’l divino Filosofo nel Fedone fece dire a Socrate; mi perdoni il Capo di Vacca, ei non fa qui le parti di quel grandissimo, e stimatissimo Scrittore, ch’egli si è, e nel credere, che Socrate veramente credesse, che dal suo corpo avvelenato potesse uscire alcun mortifero alito dannoso a quelli, che lo aveano a rimaneggiare nel lavarlo, ha il torto per se, e grandissimo lo fa a quel sapientissimo uomo, il quale (come si vede chiaramente dalle sue parole riferite da Fedone) non s’indusse a lavarsi, perch’ei credesse questa baia, ne mostra, che tampoco la credessero quei valent’uomini, che erano quivi presenti: ma si lauò o per levare una certa ubbia a quelle volgari donnicciuole, che doveano lavarlo dopo morto, le quali, come troppo casose, schive, e guardinghe erano solite forse di fare grand’atti, e gran lezi, quando si dava il caso, che elle avessero a lavare i corpi di coloro, che erano fatti morire col veleno, o

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