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68 | OSSERVAZ. INT. ALLE VIPERE |
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Quod Vulpis fuga, Viperæ cubile
Mallem, quam quod oles olere Bassa.
Al che rispondo, che ne le Vipere, ne le fecce de’ loro intestini non anno fetore, ne lasciano per questa ragione mal’odore ne’ luoghi da esse abitati; ed io nelle scatole, nelle quali si conservano, mentre non ve ne sieno state delle morte, e le scatole troppo anguste, e senza i convenienti spiragli, non ho mai sentito quel puzzo nauseoso, di che fà menzione l’Aldrovando. Affermo bene, che se al maschio della Vipera, si come anco a molti altri serpenti, si premano i due membri genitali, ed alla femmina le due quasi vesichette seminali, che pendono vicine alle due porte della Natura, ne schizza fuora una cert’acqua sottilissima di odore grave, odiosamente salvatico, e proprio serpentino: e qui prese l’errore il Gesnero, che non seppe distinguere, se quel fetore veniva dalle fecce intestinali, o pure dalla suddetta acqua, il che fu molto meglio osservato da Eliano nei libro nono de li animali, μιγνεύμενοι δὲ ἀλλήλοις ὀι ὄφεις βαρυτάτην᾽ôσμην' ἀφιᾶσι, onde per salvar