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cordons bleu. Per celia poi si chiama corilon bleu un cuoco di gran merito.
Corea: gr. coreía =: danza; ter. med. (lato a eerte malattie nervose, caratterizzate specialmente da contrazioni toniche dei muscoli, involontarie, anche nel sonno. Volgarmente dicesi Ballo di San Vito, in francese Danse de Saint- Ouy. E una malattia della seconda infanzia e non ben nota neHa sua origine.
Coriza: dal greco uÓQv^a^ nome medico che significa l’infiammazione acuta <i cronica della mucosa del naso. Il termine volgare è raffreddore.
Cornetti: cosí per le punte onde terminano le silique, con voce dialettale, passata nell’uso della lingua parlata, sono, nell’Italia settentrionale, chiamati i fagiolini freschi. In milanese eornitt.
Cornichon: voce fr., abusivamente usata nel linguaggio culinario invece di cetrioli.
Corniera: dal francese cornière^ termine Tecnico che indica una lamina di ferro piegata in forma di squadra.
Corona: (ted. krone) moneta d’argento austriaca cosi detta dalla corona che vi è impressa. È press’a poco come la nostra lira e vale un po’ piú di essa (1,10 circa, secondo il corso del mercato monetario). È la metá del fiorino.
Corona d’Italia: ordine creato da Vittorio Emanuele II con decreto del 20 gennaio 1868, per le nozze di Umberto e di Margherita, pei meriti civili e militari. L’ordine è diviso in cinque classi: cavalieri, ufficiali, commendatori, grandi ufficiali, gran cordoni. Nastro rosso con zona bianca in mezzo.
Corona veneris: termine medico: in francese Couronne de Venus: cerchio di macchie l’osse formato attorno alla fronte dalla sifilide secondaria.
Coroner: voce e istituto inglese, che indica un ufficiale della Corona — onde il nome — il cui incarico principale è di appurare con altri 12 giurati i casi di morte improvvisa.
Corpo ente morale: dicesi di istituto civile riconosciuto dalle leggi avente personalitá giuridica e che perciò gode dei diritti secondo le leggi e gli usi osservati come diritto publico. Giui’idioameute la sua esistenza è indipendente da quella delle persone che lo compongono.
Corpus: latino rorpo., ma nel senso di raccolta, co^nplesso., volume., i dotti usano spesso la voce antica latina: corpus iuris civilis., corpus di papiri, corpus di medaglie, corpus di avori medioevali, etc, cioè raccolti in un solo corpo.
Corrente: nella locuzione cosí comune essere al corrente ricorda il francese ètre au courant: il modo nostio è a giorno. Es.: «io non sto a giorno della politica». Ma chi l’usa? Ben pochi. Cosí dicasi delle locuzioni mettere., tenere al corrente che spiacciono ai puristi. Ma io dubito che ai puristi stessi isfuggano tali modi e paiano pili efficaci di conoscere, far conoscer e^ far sapere., tenere informato. Certo è però che il popolo indotto non usa locuzioni con questa voce corrente.
Correntista: colui che presso un banchiere ha aperto un conto corrente. Vedi Conto corrente.
Correr la cavallina: scapricciarsi in 1 gioventú., darsi alla vita libera e avventurosa. Metafora tolta dallo sghiribizzare della polledra non doma. Locuzione specialmente toscana estesa ad altre regioni.
Corretto: per costumato., castigato, virtuoso., etc, è voce ottima. Ma l’uso comunissimo di corretto per significare il modo esteriore di comportarsi, ritiene della maniera inglese di tale vocabolo: es. modi corretti, abito corretto, gesto corretto., quel signore è sempre corretto., etc. Inutile dire quanti belli ed acconci vocaboli vadano in disuso per la sostituzione dell’unico e comodo corretto.
Corrigendo: lat. corrigendus = che deve essere corretto: uno dei non pochi neologismi tolti dal gerundivo latino come instituendo., contemnendo. etc. Dicesi corrigendo di que’ giovani di mal costume e di prava natura ohe sono chiusi in speciali istituti per essere ridati alla societá corretti. Cosa assai diflícile giacché l’alchimia di mutale il metallo dell’umana natura è tuttavia ignota. Corrigendo è voce eufemistica e pedantesca invoce di birichino., díscolo.
Corrida: e compiutamente corrida de