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Cou voneziaiu) (iiaciiito Gallina,! quale titolo felice acquistò valore di intercalare.

Cosmòpoli: neol. cittá mondiale.

Costui: (dal latino èccum-iste-hic) nelle grammatiche è notato come pronome di persona vicina alla persona cui si rivolge il discorso zzz cotesto. Ma non si accenna a un certo senso spregiativo che è racchiuso in costui. Tale senso però ve lo annette il popolo e giustamente lo notano alcuni lessicografi. Se non propriamente spregiativo, certo noi talora diciamo costui per evitare di nominare persona di cui ci spiace dire il nome, o altrimenti umanamente indicarlo. I demoni del Ca?ito Vili dell’Inferíio^ indicando Dante, dicono:

Chi è costui che senza morte Vion por lo regno della morta gente?

Costume: «per foggia, maniera particolare di vesti, seguita da un particolar ordine di persone o da un dato popolo, ovvero in una determinata etá, è voce italianissima, usata da ottimi scrittori. Dove incomincia il gallicismo è quando si trasferisce dalla foggia o maniera di vestire alle vesti istesse, come: Indossava un bel costume, V’erano al ballo costumi ricchissimi: oppure quando si adopera senza alcuno aggiunto che lo determini, dicendosi: Ballo in costume; Scuola del costume^ come dicono oggi i pittori: Vi andò in costume., Non si ammettono i costumi e simili». Cosí il Rigutini e assai bene e chiaramente detto. Coutume nome fem. fr. deriva dall’italiano costume (da consueiunne, consuetudine) o meglio costuma come diceasi in antico.

Consummatum est: è finito/ (il sacri(icio doli’uomo Dio) Vangelo di S. Giovanni, XX. Dicesi spesso por celia.

Cote: voce fr. rispondente a quota., cioè parte, lat. quotus zjz quanto volte o parti, ondo co^er = numerare, quotare e quotizzare (fr. cotiser) determinare la parte di ciascuno. N(!l linguaggio delle corso sono • lotte cotes le probabilitá di ciascun corridore. Tableau des bookmakers.

Coteletta: invoco cos^o/(?^^fl^ è manifesto ed inutile francesismo, usato anche dal popolo. Proviene dal francese cótelette diminutivo di còte -—. costola.

A. Fanzini, Supplemento ai Diximinri italiani ,

Coterie: per l’etimologia della parola V*. lo Scheler. Oggi questa parola francese usasi per indicare una compagnia, una congrega di persone che strologano intorno ad un comune interesse, consorteria., cricca; ed anche nel senso di persone che vivono fra di loro in dimestichezza e diletto con esclusione di altri. V. Camarilla.

Cotica: voce comunemente usata in vece della toscana cotenna: lat. cuticula., diminutivo di cíitis. Parlando di terra, vale strato superiore., piota (G. Gherardini, op. cit.).

Cotillon: nota specie di danza figurata, con giuochi, doni e sorprese che si balla con molto diletto in fine di una festa. Appartiene al genere dei balli che i francesi dicono branles = dondolamento; da cotte e cotillon = sottana, gonnella di contadina, tedesco kutte., inglese coat, italiano cotta. Il rapporto tra cotillon gonna, e cotillon ballo mi è sfuggito. Probabilmente si deve riferire a qualche costumanza di esso ballo. Secondo il Littré converrebbe scrivere cottillon.

Cotognata: specie di melata o di dolce candito, solido, fatto con la confezione delle mele cotogne. Il Petrocchi porta cotognato = conserva e gelatina delle mele cotogne; il che significa che in Firenze cosí si dice: ciò non toglie che non si possa dire anche cotognata. Codognata(mí\sinG^e codognada) fu pur usata dal Bembo, il quale, pur non essendo fiorentino, scriveva con eletta ed esemplare italianitá; lo stesso intervenne al Castiglione, lombardo; al Tasso, altro non toscano ; all’Ariosto, emiliano o lombardo che dir si voglia.

Cottage: capanna, villetta, rustica ad arte. Termine inglese, entrato in Francia e quivi pronunciato alla francese.

Couoliette: fr. cuccetta, tettuccio.

Coulisse: in francese è l’incastro in cui si muove un telaio, quindi il telaio stesso, e perciò coulisse significa quinta., nel linguaggio teatrale ; e per maggior estensione tutta quella parte del palcoscenico ohe non è in vista del publico. Questa parola coulisse è nota da noi nel senso figurato, cioè por indicare il retroscena di un affare. Es. Voilá ce qu’on dit en pit 8

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