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siedono su l’alto di superbi sedili. Il

uomo preciso è alla D’Aumont, da Luigi, duca d’Aumont, gran signore di Francia e, prima della rivoluzione, arbitro della moda e delle eleganze. Egli era celebre per lo sue scuderie e die voga a tale foima di cocchi.

Davus sum, non Oedipus: io sono Davo [m\ servo), non Edipo (il sapiente che spiegò l’enigma della Sfinge). Terenzio, Andria. atto I, 3, 194.

Dazio: per ’porteti barriera è locuzione milanese molto comune per indicare la porta della cittá ove solevano essere i doganieri. L’uso rimane anche dopo che il dazio alle porte è stato tolto. Idiotismo destinato a scomparire.

Dead-heat {ded-hit): parola inglese del linguaggio delle corse e significa prova nulla per /’arrivo simultaneo di due cavalli, ciclisti e simili istrumenti di rapiditá. Come tutte le voci dello sport essa è pure nel gergo francese.

De auditu: lat. per sentita dire.

Débácle: nel primo senso disgelo., innondaxione e propriamente significa lo spezzarsi della superficie compatta e congelata di un fiume, i cui lastroni precipitano per la corrente con pericolo de’ ponti e de’ battelli. Es. la débácle de la Lnire. Passò poi nel senso politico e sociale per indicare la mutata fortuna, lo scomporsi e il precipitare irresistibile di una istituzione, di una forma di governo, etc. In tale senso la voce francese è usata da noi. Vi risponderebbero le parole sfacelo., sbaraglio.

Débauché: parola francese che indica r eccesso del bere e del mangiare e poi s regolatezza de’ costumi. Derivato débauché. Per l’etimologia V. lo Scheler. TI Sig. Petrocchi nel suo dizionario universale fa posto all’aggettivo debosciato. Oh, perchè allora non metto anche deboscia’^ Questo «sconcissimo gallicismo» (Rigutini) mi pare alquanto fuor dell’uso, almeno panni fra i gallicismi uno de’ piú evitati ed evitabili, forse in grazia del pessimo suono.

Debito publioo: è il complesso di tutto le obbligazioni di denaro dello Stato verso ])rivnti. Con l(^gg(^ 10 luglio 18(31 venne j istituito il Oran libro del debito del if’e 1 gno d’Italia.

Debordare: per venir fuori, sporger fuori dal suo posto o orbita, è il Ir. déborder. V. Bordo. Debosciato e Deboscia: V. Débauclie. Debutto e debuttare: i dizionari di solito non registrano queste due parole che sono di valore quasi tecnico nel linguaggio teatrale. «Gallicismi sguaiati» {début e débuter) li chiama il Fanfani e propone esordiente ed esordire.^ principiante e principiare., ma chi usa queste parole in tale’ senso? Il Rigutini annota che «anche la gente di teatro e i gazzettieii cominciano a vergognarsene» ; ma non mi pare davvero!

Decadente: neol. non registrato e tolto dal neologismo francese décadent, per iíidicare quella scuola poetica la quale susseguendo ad un’etá gloriosa e piena, segnò un periodo di decadenza come nerbo di pensiero, compensata però da alcuna innovazione nella forma e nei suoni. Furono detti codesti poeti anche Parnassiani dal ParnassG contemporain, edito dal Lemerre (1866, in-8°) con la collaborazione della piú parte di cotesti poeti, fra i quali Arsene Houssage, Th. Gautier. Carlo Baudelaire., F. Goppée., Sully Frudhomme, etc. Codesta scuola fu espressione di forze giovani e ribelli che fusero, per cosi dire, nella nuova arte l’elemento romantico della passione e la raffinatezza classica della cesellatura e del suono. In questo amore della raffinatezza sta la ragione del nome. E sta altresí nel fatto che, come esiste l’alba, il meriggio e il tramonro, cosí esistono varie tendenze del pensiero artistico e letterario e ciascuna, secondo la sua ragione, può aveio particolari bellezze e fascini. Carlo Baudelaire, paragonando l’accademismo classico ad una «matrona rustica, ripugnante di salute e di virtú, senza contegno e senza espressione», dice che la letteratura di Decadenza è come «una di quelle imperiose bellezze che dominano la memoria, che congiungono al profondo fascino naturalo tutta l’oloquonza del vestire: signora do’ suoi movimenti, cosciente e di sé stessa ri>gina ; voce armoniosa come ben temprato

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