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XVIII Alfredo Fan^^ini
finito e con compiuta analisi. E perchè questo argomento non poteva per sua natura non rivestire forma polemica, e perchè su di esso chiedevo il giudizio di persone dotte, non mi nascosi l’obbiezione che quelli che pensano diversamente dal mio pensare, potranno fare, cioè questa: «A^oi affermate senza documentare, voi mascherate con lo sforzo dell’espressione (ironia, comparazioni) la mancanza di un fondamento scientifico, quale può essere dato dalla minuta analisi». Questa obbiezione che io, primo, feci a me stesso, ha risposta nel fatto che l’analisi è contenuta nel Dizionario stesso! Inoltre la necessitá di una diagnosi, cioè di esaminare se questa odierna enorme produzione di parola e di modi rappresenti il normale fiorire dell’albero delle parole, o non piuttosto rappresenti una speciale forma di evoluzione della lingua italiana — la quale evoluzione se si fosse studiata un cinquant’anni addietro, non si sarebbe trovata di cosí grande estensione e con tali caratteri — questa necessitá di una tale diagnosi mi si impose, e perciò senza timore scrissi e sottopongo al giudizio del lettore benevolo le cose seguenti.
Il popolo italiano, dalla quiete e dall’abitudine, non piú dolorosa ormai di una servitú politica, tre volte secolare, si è trovato in questi ultimi anni, per forza di eventi e di fati, balzato nel moto multiforme e potente della vita moderna.
In qualunque modo si giudichi e quale sia l’avvenire d’Italia, sará per lo storico futuro oggetto di meraviglia e di ammirazione come questo popolo — che per sí lunga etá, a guisa di nobile decaduto, era campato dando fondo al capitale e spiritualmente nutrendosi di imbelli canzoni — abbia saputo diventare produttore di nuova ricchezza e camminare, egli disusato (i), ben spedito e geniale, su la strada maestra di quel moto evolutivo che è noto col nome di progresso. Presso la torre trecentista sorse il camino dell’alta officina; l’aratro a vapore sostituí l’antico vomere a foggia di chiodo ; i templi, le badie, i castelli stupirono al nuovo moto delle aumentate genti.
Ma perchè la parola segue la vita, come l’ombra la materia, era naturale che in questo trapasso il popolo italiano dovesse rinnovare i
(^) Del resto l’italianitá viva e gloriosa non ebbe soluzione dí continuitá. Se mancò il popolo, non mancarono individui. Essi, nella divina sapienza, seppero essere universali ed italici: inutile dire esempi.