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por faro onore altrui: lanciano i cavalli e ritornano con grida e spari de’ lunghi fucili. Il nome pare di origino italiana, fantasia^ e i rapi)orti di un tempo fra l’Italia e l’Oriento, l’essere la lingua nostra stata comune e parlata in terra di Levante, spiega comò probabile tale etimologia. Fantasia in tale senso è nei dizionari francesi: non nei diz. italiani. Abito fantasia^ stoffe fantasia^ cioè che hanno tinte e disegni vivaci. I diz. registrano tale lo’’uzione col segna caso di^ ma i sarti lo -opprimono senza riguardo, ancorché in iVancese si dica une robe de fantaisie^ un objet de fantaisie.
Farad: nome che, in omaggio al grande fisico inglese Faraday (1791-1867) venne dato all’unitá pratica di capacitá elettrostatica: è la capacitá di un condensatore che viene caricato alla differenza di potenziale di un volta mediante la quantitá di elettricitá di un coulomb.
Faradizzazione: da Faraday fisico inulese: fr. faradisation: metodo di cura medica, consistente nell’applicazione delle correnti indotte o faradiche, quali, ad es., dai consueti rocchetti di Euhmkorff.
Far andare: invece di far cuocere^ detto delle vivande e del modo con cui si ammaniscono, è brutta maniera dialettale lom1 tarda, penetrata nel linguaggio dall’uso.
Farandole: nome di un ballo provenzale, vivo e chiassoso, che può eseguirsi in gran numero di danzatori, alternati uolíiini e donne. Tradotto in farandola.
Faraona: appellativo di una specie di gallina, proveniente dall’Egitto: numida Tueleagi’is.
Faraone: giuoco d’azzardo simile alla bassotta. 8i punta su le dieci carte e chi tiene banco spilla le carte: una è favorevole al banco, l’altra ai puntatori. Francese, pharaon.
Far cappello o far cuffia: torni, mar. ’•he significa il capovolgersi della nave ])or elTettú do] vento.
Far carte false per alcuno: modo fuiniliaro nostro che vuol diro l’ar lo cose piú rischioso o pericolose pur di gradirò ad alcuno. E noto cho l’ossero scoperto 11(^1 faro le carte false non è talora senza pericolo.
Farcino: V. Morva.
Fard: fr. belletto. Cfr. l’antica voce italiana farda: ambedue paiono derivate da una parola tedesca da cui farbe = colore. Cosí fardée^ in un certo linguaggio, pare piú dicevole che imbellettata.
Far da comparsa: comparse nel linguaggio teatrale sono dette quelle persone che compaiono sul palcoscenico senza parlare ma sei-vono solo al decoro ed al compimento della azione scenica, onde far da comparsa in alcun ritrovo o assemblea, vale come far una parte poco dignitosa in quanto che si serve d’ornamento altrui senza potervi avere alcun valore, parte, preponderanza. Comparsa chiamano i legali quei libelli o scritte in difesa o in sostegno di una data causa civile che si presentano al giudice, ondo la locuzione fare una o piú comparse.
Far da cuscinetto: familiarmente o spesso, ironicamente detto di persona che si frappone e si presta ad attutire urti o contrasti tra individui o partiti.
Far danno: è locuzione dialettale assai efficace, detta di vasi, botti, recipienti in genere che non sono stagnati o son fessi sí che il liquido ne gema.
Far della camorra o far la camorra: (V. Camorra) dicesi per frodare, ingannare, imbrogliare., accordarsi con arte di frode a danno di alcuno ; per la qual cosa non si richiede di essere camorristi di professione. Dicesi talora anche di innocui scherzi.
Far due partí in commedia: dicesi di chi por insipienza, o per viltá, o per utile sostiene due opposti partiti, dá ragiono a chi prima dava torto e viceversa.
Fare acqua: V. Acqua.
Fare a farsela: locuzione nostra Glittica ciie vale fare a gara a chi può soverchiarsi nei detti e nei fatti.
Fare a mosca cieca: locazione nostra cho vale procedere a tentoni negli all’ari come avviene nel giuoco do’ bambini dotto a mosca cieca.
Fare appello: faccio appello al vostro buon cuore, ai vostro giudizio, etc, è frase comune. V. Appello. Nei dizionari italiani troviamo questo voci, mi rivolgo, mi raroomando al suo buon cuore, mi rimetto