< Pagina:Panzini - Dizionario moderno.djvu
Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta.

— íli

rojunuuciaic dato ad un uliinento per bamliiui che si prepara (o si dovrebbe preparare) mescolando latte condensato con zucchero con farina di cereali, trattati precedentemente in modo da renderli piú facilmente assimilabili.

Faringite: infiammazione della mucosa della faringe, cioè di quella cavitá a forma di imbuto che è situata dietro la cavitá della bocca e che si restringe per continuarsi con l’esofago.

Far la bocca brincia: modo volgare nostro che significa quell’incurvamento in giú e quel tremito che fanno le labbra, specie dei bimbi, nelF atto del piangere.

Farla cascar dall’alto: modo dittico nostro che vale esporre alcuna cosa^ in modo che appaia di maggior importanza che essa non sia di fatto. Dicesi anche di concessioni fatte con arte in modo che chi concede sembra aver largito maggior favore e vinto maggior difficoltá che non sia realmente. Arte non rara in chi vuol farsi valere o far apprezzare e ricordare alcun favore o benefício.

Far la civetta: locuzione nostra familiare, detta delle donne che, per vanitá o capriccio- piú che per amore, si studiano con le loro lusinghe e moine di sedurre, acchiappare i merli^ nel modo stesso che la civetta chiama al paretaio gli uccelli.

Far la festa ad uno: locuzione nostra volgare e familiare che vale uccidere^ e anche giustixiare. Al qual proposito il Salvini {Ann. Tan. Buon., p. 573) annota: «far la festa a uno., perchè quando si fa giustizia, è come si facesse una festa ’1 popolo viene come a una solennitá». Ma è spiegazione che poco mi persuade.

Farla franca: familiarmente vuol dire non essere colto in flagrante, riuscire in impresa di astuzia o di frode.

Far la frittata: locuzione familiare nostra che signifíca conciare malamente alcuna cosa., sbagliare., guastare, mal riuscire.

Far la piazza: nel linguaggio dei viaggiatori di commercio signifíca sfruttare la piazza, cioè recarsi presso i vari clienti ohe sono in una data cittá, sollecitando, procacciando all’ari e commissioni.

Far l’asino: dioosi molto volgarmente e con intendimento di ridicolo di chi comincia a spasimare, ammirare, seguire alcuna donna.

Far la spía: curiosa locuzione popolare nostra, indice del costume e della storia ! Nelle Marche e nella Romagna, forse anche altrove, il rispondere all’Autoritá giudiziaria ciò che essa ha diritto di chiedere intorno ad un dato fatto al cittadino, e che il cittadino cui soccorra senso civile ha dovere di palesare affínchè la giustizia abbia il suo corso, si chiama dal basso popolo semplicemente far la spia!

Far la vita: nel dialetto milanese equivale a far la bella vita., del gaudente; e detto poi delle donne di male affare, significa esercitare il mestiere della lor mala vita.

Far le cose en grand seígneur: da gran signore^ alla grande., cioè magnificamente, senza badare a spese e si dice, di solito, parlando di feste, ricevimenti, disimpegno di uffici ospitali. Il modo italiano vale il francese, ma dirlo alla francese pare piú signorile. Solito caso!

Far l’indiano, far le orecchie del mercante e toscanamente fare il nesci, far lo gnorri: sono locuzioni che valgono fingere di non sapere o capire o ricordare cosa che si sa etc. Es. «Che fa il nesci Eccellenza?» Giusti, S. Ambrogio. «Questo per corrispondere alla celia... rispose: eh, io fo V orecchio del mercante» P. Sposi, Capo IV. «Era costui uno sgherro d’Egidio; era stato, facendo l’indiano., su la porta del padrone per veder quando Lucia usciva dal monastero >. P. Sposi., Cap. XX.

Far l’occhio di triglia o l’occhio di pesce morto: espressione nostra che significa guardare in modo languido, amoroso, seduttore, mostrando il bianco dogli occhi senza direttamente fissare. Si dice quando si vuol beffare il guardo amoroso e muto che spesso usano le donne.

Farm: voce inglese che significa podere., fattoria., piantagione., onde faríuer, fattore, fittaiuolo.

Far mangiar la polvere: chi è piú veloce corridore fa mangiar polvere a chi viene dietro, onde familiarmente la frase vale pas.sare avanti, tener la testa, aranxare vincendo.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.