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Fla
Fissare: per fermare. Es. fissare un colore, un oggetto; fissare un punto, un principio, per fermare (E lá dove io fermai codesto punto, Dante, Purg.)\ fissare ipev determÌ7iare, accordarsi^ stabilire^ es. «abbiamo fissato di trovarci al caffè» ; fissare nella comune locuzione, fissare il domicilio ; fissare per prendere., accapparrare^ es. «ho fissato due posti al teatro» ; fissarsi per incaponirsi, intestarsi., es. «quando s’è fissato un’idea non c’è modo di smuoverlo», sono modi che i puristi annotano come tolti dal francese fixer^ che appunto è usato in simili vari costrutti. Ma, giustamente osservali Rigutini «questi usi oggi comunissimi e sostenuti anche da esempi di scrittori, non possono non accettarsi comprese anche í\ fissare una persona una cosa per guardarla fissamente».
Fissativo: che serve a fissare, dal fr. fixatif: liquido che si spruzza sui disegni a pastello per conservare i colori.
Fittavolo: voce del dialetto lombardo che indica V affittuario, cioè colui che conduce i fondi altrui in affitto per un dato canone: il che è costume nelle tenute di Lombardia. La voce toscana è fittaiuolo.
Fíttile: di terra cotta., d’argilla., lat. fictilis da fingo: = foggio, formo, riduco.
Five o’ clock: o compiutamente five o’ clock thea^ cioè il tè delle cinque., costumanza signorile inglese di prendere questa bevanda a quell’ora, ed è occasione di ritrovo e di gentili conversari. Il clima nordico e la necessitá de’ molti pasti fa quivi naturale tale uso: presso di noi ha piuttosto carattere imitativo. Notisi a questo proposito come l’aristocrazia, o del danaro del blasone, riveste certi caratteri tipicamente internazionali. Onde si può osservare che l’internazionalismo non è per intero un’invenzione di Carlo Marx.
Fjord: voce scandinava, fatta italiana in fiordo., piú comunemente al plurale: sono profonde e strette spaccature del litorale, mercè le quali il mare penetra nel continente. I principali di essi si trovano in Norvegia e in Groelandia: si presentano in generale come golfi con numerosissime diramazioni cosi da rendere sette od otto volte maggiore lo sviluppo del litorale.
Flacon: V. Flacone.
Flacone: anche questo è il caso non raro di parola di origine latina, trasportata in Italia nella forma francese: almeno cosí è, se buona, come pare, è la etimologia di flacon dal latino vasciilum — vasetto, che nell’Evo medio passò in tutte le lingue d’Europa: presso di noi divenne fiasco e .fiala, presso i francesi flacon. E dai francesi noi la togliemmo per indicare quella bottiglietta di vetro o di porcellana, col tappo della stessa materia a smeriglio, fatta per medicinali o profumi. E anche per questa parola la forma francese ha senso di eleganza e finezza. Noi potremmo usare la voce fiala^ vero è che nel linguaggio commerciale e tecnico non sarebbe intesa: dim. flaeoncino. Flacon aspersoir: èia fiala con la peretta di gomma per ispruzzare, quindi, sprux^atoio.
Flagranti (in): modo avverbiale latino, usato dai legali, a cui risponde il modo popolare sul fatto. Veramente è usato anche nel linguaggio familiare e comune riferendosi non a delitti ma a comuni mancanze. In flagranti delieto: letteralmente vuol dire, nel delitto quando ancora arde ed avvampa., che non si è raffreddato., da flagrare^ latino =: ardere. Dicono i legali altresí flagranza del delitto., delitto flagrants, che sono pur modi francesi, la flagrance du délit, flagrant délit.
Flagranza: V. Flagranti.
Flair: fr. fiuto., buon naso. Es. «molti hanno lodato il mio flair giornalistico». Una delle tante voci francesi usate per vizio.
Flan: pasticcio o meglio, torta di crema, uova, farina e simili ingredienti: si fa anche di verdure e di legumi e di carni passate e cotte in istampo e a bagnomaria. La voce è francese ed è una contrazione dell’antico flaon., che gli è appunto l’italiano fiadone., dal basso latino flado. (Antico alto tedesco flado - focaccia). Simili torte sono chiamate fiadoncelli nella citata opera di M. Bartolomeo Scappi, cuoco segreto di Pio V. Altro esempio di parole italiche, morte!
Flangia: nel linguaggio de’ meccanici