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nella posiziono rogolamontaro: ossia con la punta del piede sinistro su la riga di base. Forcaiuolo: da forca: voce probabilmente di breve vita, divenuta popolare dopo i moti nelle cittá italiane del 1898. Questa terribile parola vorrebbe indicare al pubblico disprezzo coloro fra gli italiani che si suppongono avere fede solo nella sentenza ricorrente nel Congresso dei Birri di G. Giusti:
Questa è la massima spedita e vera, galera e boia, boia e galera, cioè che reputano la forca il piú efficace istrumento di governare i popoli. Mera e innocua calunnia ! Nel fatto forcaiuolo vuol indicare il monarchico borghese conservatore, che viene rimorchiato dal partito progressista, che senza molto contribuirvi per iniziativa individuale, vagheggerebbe in astratto un governo forte, risoluto che non si lasciasse dominare dalla folla e dalla piazza. Forcaiuoli sono altresí coloro che non si sentono tratti ad amoreggiare con le teorie socialiste ne subiscono le affascinanti seduzioni della popolaritá ottenuta con l’accarezzare le moltitudini. Le persone fatte bersaglio a cosí fiera parola, la hanno accolta con sufficiente disinvoltura: oggi ha perduto molto dell’antica virulenza. La lepida parola ha partorito anche le altre: ultra-foreaiuolo^ forcaiolissimo^ forcaiolismo ^ etc. Creatore della parola fu il giornalista Bertelli (Vamba): fu onorata da M. E. Imbriani, apostrofando in Parlamento gli avversari di parte moderata. (V. Avventure di un forcaiuolo di Luca Beltrami).
Forche Caudine: storicamente sono le famose strette di Arpaia a settentrione di Nola, dove i Romani (321 a. C.) vinti dai Sanniti, furono fatti passare sotto il giogo: dicesi per trasluto di strettoia morale, luogo arduo per cui si è costretti passare.
Forchetta: la frase: colazione alla forchetta e talora á la fourchette^ è tolta dal francese ed oramai è comune e da assai tcímpo. Palliare in punta di forchetta, V. Parlare, etc.
Fòrcipe: (lat. forceps -—: tenaglia) nomo dato ad istrumoiiti ostetrici in forma di cucchiai foggiati di tenaglia, destinati a prendere il foto ed estrarlo nei parti lenti o difficili.
Foreign Office: cosí è chiamato in Inghilterra quel dicastero che noi diciamo degli Esteri. Nel giornalismo nostro si trascrive di solito la parola inglese quale è.
Foresto: voce dialettale veneta per forestiero.
For ever ! è locuzione inglese, registrata anche in francese e penetrata anche fra noi: Per sempre/ eternamente/ La Sua forza sta noli’essere, specie nelle lotte politiche, motto di fedeltá e devozione per un dato personaggio, al cui nome il motto si accompagna.
Forfait (a): nel linguaggio commercialo è voce comunissima: vendere e comperare a forfait, trattare a /br/a^7. (Gottiíno non è forfait; questo è aleatorio, quello no). In italiano si dice a rischio e pericolo. Vero è che nell’uso prevale il modo francese. L’etimologia che ne dá il Littré è fort-fait = qui a été fait fort de.... s’engager a.... Altra spiegazione etimologica che trovo nello Scheler è forfait --- á prix fait: questo for = prix è il forum =: mercato, che nel medio evo significava pretium, rerum venaliu’m.
Forfeit: pena, ammenda: cosí con voce inglese chiamasi nel linguaggio delle corse, la penalitá pei cavalli inscritti e poi ritiratisi dalla corsa. Questa parola forfeit ha altra etimologia che forfait, francese, = eottimo ; bensí risponde all’altra parola francese, uguale di suono ma diversa di senso, forfait, che vuol dire delitto, dal basso latino forisfaetum, fatto fuor della legge, nell’antica lingua nostra forfatto = misfatto.
Forge, forger e forgeur: i due primi vocaboli tradotti in forgia e forgiare per fucina e fucinare ed usatissimi nel linguaggio de’ meccanici. Fucina è la parola buona e deriva da focus (non da officina in latino officicina --^ opifícino) od è il luogo dove si fondono e splasmano i metalli. s’egli stanchi gli altri a muta a muta in Mongibello alia fueina iiogva gridando: Buon Vulcano, aiuta, aiutai
1).<NTB, /«/., XIV.
Forgia e forgiare: V. Forge. Forgone: dal kanoQHO fourgon —. espí’ce de ciiarrvtle courerte á quatre rottes. doni