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on se seri dans les arniées: uno dunque dei’ tanti termini militari francesi, passati nella lingua italiana al tempo de’ Francesi. Oggi significa qualunque carro chiuso per trasporto di mercanzie: diminutivo forgoncino. Brutto neologismo, ancorché necessario e dell’uso.
Formalizzarsi: «meravigliarsi di cose che ci appaiono ])0C0 belle», cosí il Petrocchi, e proviene dal francese se forTYialiser -= s’offenser d’une action^ d’un propos mal interponete; trouver á redire ; se piquer. Del resto non è solo il Petrocchi a registrare tale verbo ; il quale benché usato, non é né del linguaggio del popolo né della lingua letteraria. Scandalixxarsi è il verbo nostro buono in tale senso benché altri potebbe osservare che formalizzarsi indica la cosa stessa ma in minor grado.
Formicolio: {á.^^. formica) senso transitorio e particolare di torpore che si prova talvolta in alcun arto, specie dopo di essere stati a lungo fermi, simile al passaggio di una schiera di formiche sui tegumenti.
Forno: nel gergo teatrale far forno significa rappresentare a teatro vuoto.
Forsan et haeo olim meminisse juvabit: forse un tempo gioverá ricordare queste cose! Vorg., Eneide^ I, 2 o 3. Emistichio glorioso perché pronunciato da Eleonora Pimentel, eroina e martire della Kepublica partenopea.
Fortes fortuna adiuvat: la fortuna aiuta i forti^ Terenzio, Phormio^ atto I, 4, 20 ; proverbio anche allora antico, come attesta Cicerone nelle TuscuLane^ II, 4, 11, e di cui piú nota è la variante Audaces fortuna iwvat, che leggesi in Vergilio, (Aen.^ X, 284) mutato però V audaces in audentes, a cui il popolo aggiunse timidosque repellit, e respinge i pusilli.
Fortiter in re, suaviter in modo: energicamente nella sostanza^ soavemente nei modi^ motto della Compagnia di Gesú, che ha sua origine nelle parole del generale dell’ordine, Claudio Acquaviva, il quale nell’opera Industriae ad curandos animae morbos^ Yenezia, 1606, dice: fortes in fine assequendo et suaves hi modo assequendi simus. Cfr. Bibbia, Il libro della Sapienza^ Vili, 1: ergo a fine usque ad finem fortiter et disponit omnia suaviter. Fortiter et suaviter è altresí motto gentilizio.
Fortunale: fortuna o tempesta di mare. Il Petrocchi pone a torto questa voce viva nella lingua fuori d’uso.
Forza irresistibile: V. Impulsivo.
Forza maggiore: ogni forza alla quale non si può resistere né in diritto né in fatto, tale cioè che l’umana industria non può prevenirla né rimuoverla. Provenga dalla natura o dall’uomo, essa vieta ogni ricorso pei danni subiti, fr. force majeure.
Foschía: term. mar. astratto di fosco: atmosfera caliginosa, caligo come dice una cara voce veneta.
Fosforo: familiarmente per cervello^ forza di cervello. Es. Aver del fosforo., consumare del fosforo.
Fotofobía: neol. del linguaggio medico: gr. /bs-=:luce e /c6osi=paura, avversione alla luce. È un sintomo proprio di varie affezioni nervose e sopratutto delle infiammazioni dell’occhio.
Fototerapía: dal gr. fos = luce e therapèia = cura (fr. photothérapie): voce medica che indica uno speciale sistema di cura mercé l’azione dei raggi luminosi.
Fotte re: V. Appendice.
Fotta: nei dialetti dell’Italia centrale è parola volgare e plebea, usata in questi vari sensi: fallo, sbaglio., es. «fare una fotta»: fanfaluca., favola^ es. «queste S0710 fotte»: stizza., rabbia, es. «aver le fotte» .
Fouet: frusta; eppure molti usano la voce francese o ne fanno un fuetto o fuetta. Piemontese, foet.
Foulard: nome francese dato ad un tessuto leggerissimo di seta o di seta e cotone, originario dalle Indie. Se .ne fanno fazzoletti, cravatte, abiti. Da noi questa parola é comunemente usata per indicare eziandio il fazzoletto di seta per il sudore; da fouler., schiacciare.
Four in band {stage): Ietterai, in inglese: quattro in mano; vettura a foggia di berlina tratta da quattro cavalli accoppiati e le cui briglie sono tenute da un sol guidatore. Tale anglicismo è registrato in francese solo nei diz. d’Argot.