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indica una specialitá di pane torinese, squisitissimo, croccante, fatto a foggia di bastoncelli lunghissimi, non piú grossi di un dito mignolo. La eccellenza e la diffusione di questo pane ha fatto sí che il suo nome abbia avuto non solo onore di versi, ma altresí di essere notato nei dizionari dell’uso e di essere accolto anche in fr., grissin.

Grizzly (ingl. grigio)’, nome dell’orso grigio d’America settentrionale: TJrsus cinereus ferox. V. Baribal.

Grog: parola inglese, usata pure in Francia, ed indica una bevanda di un terzo di acquavite o altro liquore, e due terzi di acqua con aroma di zucchero e limone ; specie di ponce. Quanto all’origine del nome si narra che l’ammiraglio Vernon avendo proibito ai marinai di bere del rhum puro, costoro per dispetto, chiamarono il rhum annacquato col sopranome di old(jrog che era dato al detto ammiraglio, da grog’ram = grossa grana, detto della sua tunica. V. l’enciclopedia di Chalmers.,6. 113.

Grognard: parola francese che vuol dire brontolone. Es. «Un magnifico teatro ieri sera per la seconda rappresentazione del Tristano. Poco meno di seimila lire d’incasso. Tutte le signore nei loro palchetti, tutti gli abbonati nelle loro poltrone, non esclusi i piú temuti grognards». Grognard proviene da grogner, antico francese groigner.^ rispondente all’italiano^rz^^rmre, lat. grunnire.

Groom: (pronuncia groiím) voce inglese, passata al francese, e probabilmente per questa via- air italiano. Palafreniere., staffiere^ valletto, paggetto, sono belle voci nostre e proprie che potremmo usare in sostituzione della parola straniera. (Il Little rivendica groom al francese gromet = domestico, garzone del vinaio).

Gros: voce francese; tessuto di seta di grossa trama, come dice la voce.

Gros bonnet: locuzione francese, molto felice, dedotta verosimilmente dal gallone alto che i graduati portano sul berretto, per indicare i pex,%,i grossi di qualche amministrazione. E voce comune da noi, e vi si connette spesso un senso di spregio. Noto come curiositá, almeno per me significante, che G. Garibaldi, in una sua lettera, esumata nei giorni in cui caddero per la fiumana dei primi mesi del nuovo Eegno di V. E. IH, i muraglioni del Tevere in Eoma, ben prevedendo sin da allora tale mina per la mal progettata e mal compiuta opera, ne dá colpa ai pezxi grossi del Ministero dei L. P., cui chiama con l’epiteto nuovo di cardinali. Molto facilmente un altro avrebbe usato gros bomiets. G. Garibaldi, non letterato, ma italiano, creò in vece un neologismo felice ed italiano. Documento minimo, ma che contribuisce alla mia paziente dimostrazione: essere il sentimento, non le leggi, non le scuole, la principale causa della conservazione di un linguaggio.

Grossier: voce francese; risponde esattamente alla nostra viva parola grossolano^ {triviale., sgarbato., rozzo). Ma nel linguaggio mondano si spende la prima voce piú volentieri che la seconda. Solita caso !

Grossista: neologismo del linguaggio mercantile, detto di colui che commercia a grandi partite e non al minuto.

Grosso: nome di antica misura di peso,, lombardo gròss., usato ancora presso i tabaccai. Vale 10 grammi.

Grotta: per cantina \íye nei volgari di Romagna e del Piemonte e cosí nel milanese, facendo, con la tendenza di questo dialetto, maschile la parola in grotto, erotto, croi ; ma sempre intendesi di stanza sotterranea.

Grottesca: in arte indica propriamente le decorazioni parietali (secolo XV e XVI) ad imitazione di quelle dell’epoca romana, rinvenute per gli scavi che si fecero in Roma nel 500 allo scopo di trovare statue anticaglie. Siccome queste decorazioni non venivano liberate dalla terra in cui erano nascoste, e per studiarle conveniva scendere in sotterranei o grotte, cosí grottesche furono dette le nuove decorazioni stesse. Di qui il senso derivato di bizzarro, capriccioso, etc.

Grotto: V. Grotta.

Gruera o Gruyère: nome di un noto formaggio svizzero con occhi o buchi oleosi, imitato bene anche in Italia, che trae il suo nome dalla cittá svizzera di Gruyère, nel cantone di Friburgo.

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