Questa pagina è ancora da trascrivere o è incompleta. |
dello knout por indicare spregiativamente il governo assoluto della Russia.
Koch: V. Bacilli di Koch.
Kodak: nome commerciale di una societá auíoricana, estesissima, fabbricatrice di camere fotografiche e di ogni piú raro e nuovo apparecchio ottico. Kodak chiamano senz’altro la stessa macchina fotografica.
Kokoschnik: voce russa; indica il diadema che, secondo il costume nazionale, portano le donne russe.
Kola (noci di): sono i semi della Sterculia aeuminata^ della famiglia delle malvacee, che cresce vicino alla costa occidentale dell' Africa equatoriale. In Europa queste noci si usano come medicina e tonico, come surrogato di caffè, e per preparare delle bevande amaro-stomatiche: Elixi)\ liquore di Kola.
Kolbach e colback: in francese; in italiano colbac ovvero colbak, alla francese. È voce turca ed indica un cappello militare ricoperto di pelo a forma di cono rovesciato, in uso in Turchia dai dragomanni, dagli Armeni, etc. I cacciatori francesi a cavallo ne fecero uso la prima volta in Francia al ritorno dalla spedizione d’Egitto nel 1799. Tale forma di cappello con qualche modificazione e ricoperto di pelle di foca è stato adottato dalla nostra cavalleria leggiera.
Konak: la reggia presso i Serbi.
Kopek: moneta russa del valore di quattro centesimi. Cento di queste monete formano il rublo. Copek o Kopek è scrittura francese ; in russo, Kopejka.
Krach o Krack: voce neologica, probabilmente onomatopeica (Cfr. Dante: non avria pur dell’orlo fatto cric) usata nelle lingue straniere e trasportata nella nostra per indicare una crisi bancaria, un improvviso disastro di caso di commercio, di grandi aziende. Tale nome fu per la prima volta usato da noi negli anni 1873, ’74 quando avvenne lo sfacelo dello Borse di Commercio. (V. Nuova Antologia^ volume XXV, pag. 417). Il diz. olandese francese d’Abraham, Bluyo (1811) registra questa parola in tale senso di mina.
Krapfen: in tedesco, e nel linguaggio di cucina, indicia una spociio di frittella di pasta alzata con lievito di birra ed entro uno strato di conserva: dolce noto e comune anche da noi, specie nelle cittá grandi e d’inverno in cui si costuma recarsi nelle pasticcerie a mangiarne, tenute come sono in caldo in apposite credenzine.
Kraus: vocabolo aperto, della moda maschile: indica l’abito a falde. V. Vestito.
Kremlin: oppure -ffrew/, tradotto in Cremlino: fortezza di Mosca, antica sede degli Imperatori di Russia, specialmente noto alla storia d’occidente per essere stata effimera e fatale stanza di Napoleone I.
Kren: è la Gochlearia armoracia^ originaria dell’Europa orientale temperata. Essa è voce slava, introdotta pur anche in tedesco. Da essa è derivato pure il cran, cranson francese e piú comunemente, raifort. Nomi volgari italiani, oltre quello di barbaforte., sono: ar moraeia., erba forte., rafano rusticano.^ rafano tedesco. Questa radice, grattugiata, serve di condimento e salsa alle carni.
Kreuzer: da kreux lat., crux = croce; moneta divisionale che in Austria sarebbe la 100’’^ parte del fiorino (Oulden). Vero è che in Austria si conteggia per corono e centesimi (Krone e Heller).
Krug: boccale^ cosí con voce tedesca nelle birrerie si chiama talora quel recipiente di coccio, elegante, di foggia cilindrica, con manico e coperchio lavorato di metallo, della capacitá di circa mezzo litro entro il quale ottimamente si conserva la birra nel tempo che si beve. La capacitá di mezzo litro non è obbligatoria ai bevitori tedeschi.
Kronprinz: voce tedesca e significa principe ereditao’io della corona., ed è formata da iTro^ie corona e Prm.^ = principe. Parlandosi del delfino di Germania, questa parola ricorre frequentissima.
Krumiro: nomo di tribú bèrbero antichissime, erranti tra il Marocco e la Tripolitania (V. Sallustio, Oíugurtina). La grafía nostra Crumiro non è dell’uso. Questa parola ha avuto una ben curiosa fortuna: da principio indicò qu(»sto tribú, lo quali con la loro rib(^llione diodoro [iretosto alla H^’rancia di occupare la Tunisia. Fu usata in Francia in occasiono di scio-