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sospettava corno aristoGratici: consisteva

noli’impiccare alle cordo dei lampioni. Alla lanterna vale a morte. N. B. Se a quei tempi ci fossero state le micidiali condotturo elettriche per la illuminazione la trazione!

La nuit tous les chats sont gris: proverbio francese che vuol dire che di notte tanto ò facile ingannarsi intorno alle persone e alle cose che si incontrano, come non è facile distinguere le persone belle dalle brutte. De Brieux nelle sue Origines de quelques costumes anciens^ cosí spiega togliendo da un motto greco: Hdoa yvví’j toO áúx^ov áQÙévrog^ fj avvi) ènri^ spenta la candela ogni donna è uguale. Questa sentenza è pur viva nel nostro popolo, ma dubito forte che tutti gli uomini in essa concordino.

Lanzichenecco: (dal ted. Land., paese e Knecht, servitore) questi pittoreschi non meno che ribaldi armigeri tedeschi, pretoriani famosi e infami nella storia d’Italia gentile del ’500 — piú comunemente ricordati col nome di Lanzi — introdussero da noi il giuoco d’azzardo di tal nome, che si fa con le carte e per le cui regole rimando al Gelli, op. cit. Noto questo nome perchè spesso l’udii pronunciare quasi piú elegantemente alla francese, lansquenet. («Oggi zecchinetta» avverte il D’Azeglio in Nicolò de’ Lapi^ cap. IIj. Dicesi anche lanzichenecco nel mal senso di gianniz^ero.^ pretoriano.^ cioè di chi si vende in sostegno dell’altrui violenza.

La parole a été donnèe á rhomme pour déguiser sa pensée: la parola fa data idi’uomo per mascherare il suo pensiero^ motto piú francesemente arguto e paradossale che fine. Ne fu data la paternitá ■A vari, fra gli altri al Talleyrand, un .t’ro parafulmine di motti cinici, ed al V^oltaire. Del resto non è improbabile che lo spirito francese, avido di formule argute, siasi in diverso persone improntato di tale pensiero comune, indipendentemente lo une dalle altre. Assai piú (ino Arrigo Heine nello suo Confessioni: «iddio ci ha dato la parola perchè ci diciamo alcun che di gentile 

Laparotomía: da ÀarniQ)}, fianco e té/uveo.^ taglio: atto operatorio che consiste nol r incidere la parete addominale e il peritoneo allo scopo di esplorare gli organi addominali e praticarvi alcuna operazione.

Lapazza o Lampazza: ter. mar., pezzo di legno incavato a foggia di gorna, il quale si applica ad un albero o ad un pennóne avariato per fortificarlo, fissando velo con solide legature.

Lapin: in francese vuol dir coniglio, ma è certo che il pellicciaio elegante vi dirá che il tale manicotto, la tal collarina è di lapin e non di coniglio: ciò avviene un po’anche per la ragione per cui Fra Cristoforo, dicendo omnia munda mundis, chiuse la bocca a Fra Fazio, che non sapea di latino.

La politica delle mani nette: fu ingenuo vanto del ministro Benedetto Cairoli dopo il trattato di Berlino: ripetesi per dileggio, né a torto, giacché politica e nettezza, cioè rettitudine, radamente possono concordare per loro natura. La frase del Cairoli ripete altra consimile del ministro prussiano von Sohleinitz nel 1859: die Politk der freien Hand.

L’appétit vient en mangeant: motto francese non ignoto a noi, anche alla gente volgare. Leggesi in Eabelais, Gargantua^ I, 5: L’appetii ment en mangeant., disoit Angeston., mais la soif s’en va en beuvant. Secondo altri il motto è pur attribuito a Giacomo Amyot (1518-1593) rettore dell’Abazia di Bellozane a Re Carlo IX, che si meravigliava come egli richiedesse altresí il vescovado d’Auxerre. L’appétit vieni en mangeant^ avrebbe risposto r Amyot. Cfr. infine Ovidio. Mei. VII 7: cibis omnis in ilio eausa cibi est.

La propriété c’est le voi: sentenza del socialista francese Froudhon nella sua opera Qu’esi-ce que la propriété^ Il motto è piú sposso ripetuto in francese che in italiano.

Lapsus cálami: lott. sbaglio o scorsa della penna: locuzione talvolta eufemistica con cui si scusa l’orrore della monto nel dettare: affino a lapsus verbi.

Lapsus linguae: V. Lapsus calami.

La pudica d’altrui sposa, a te cara: stupendo verso d(4 Farini {Il (MÌorno) nella cui ricercata e voluta contorsione si svolgono le spire serpentino della satira.

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