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so però le carte si ripongono per sempre senza risolvere la cosa di cui trattano. Da ciò il modo di dire mettere agli archivi^ usato specie nel linguaggio politico, per dire «non piú trattare, seppellire una questione» . Avvertasi che la locuzione mettere agli archivi ricorda la fr. equivalente mettre aux archi^es.

Mettere alla porta: licenziare in modo brusco, scacciando: fr. mettre á la porte.

Mettere all’indice: V. Indice.

Mettere all’ordine del giorno: V. Ordine.

Mettere a posto: cioè far star a dovere. includendo il concetto di azione personale energica in sostegno del proprio diritto, e di prepotenza o turbolenta usurpazione od esorbitanza da parte altrui.

Mettersi a posto: trovare impiego, da vivere, accasarsi^ farsi la posizione^ il nido.^’il covo e simili. (Locuzione lombarda).

Mettere con le spalle al muro: liguratamente vale, ridurre altrui al punto che piú non possa indietreggiare, cioè tergiversare, sfuggire; sia quindi obbligato a da]’ battaglia.

Mettere il cervello o la testa a partito: dicesi, come esortazione o come asserzione, di persona che fu innanzi incurante de’ fatti suoi, trascurato, dissipato etc.

Mettere il lucchetto: chiudere, e, figuratamente, impedire di parlare. Alcun tempo fa era in uso, specie nel giornalismo, la locuzione la cuffia del silenzio.

Mettere in libertá: licenziare da alcun servizio.

Mettere in opera: locuzione dei meccanici e degli industriali per indicare l’assetto di servizio e il buon funzionamento di macchine, utensili, organi delle fabbriche, etc. Questa messa in opera richiede aumento di responsabilitá e quindi di spesa. Brutto neol., dal francese.

Mettere in quarantena: detto di notizie, vale ritenerle sospette, metterle quindi sotto osservazione come si fa delle navi che si ritengono infette.

Mettere in rilievo: V. Rilievo.

Mettere in tacere: non piú trattare o parlare di una data cosa, ovvero operare abilmente in modo che di una questione spesso incresciosa o pericolosa o per sé o per amici, non piú si abbia a rinnovare parola. Se la giustizia ne soffre, altri ne gode. L’arte del mettere in tacere è antica quanto il mondo, spesso è buon spcdiente politico: cosí i senatori romani, comperati da Giugurta, avrebbero messo in tacere assai volentieri lo scandalo d’Africa: omnis invidia prolatandis comsultationihus dilapsa foret. (Sallustio, Oiiigurtina).

Mettere i punti sugli i: rompere il riserbo, quindi dire le cose chiare e con significazione, dichiarare i nomi delle persone: in fr. v’è pure mettre les points sur les i.

Mettere una nota gaia, triste etc: dicesi tanto dei colori, come delle parole, dello espressioni e anche di persone: locuzione tolta dal linguaggio musicale: panni recente e non certo di provenienza francese.

Mettere una pulce nell’orecchio: indurre in alcuna persona dubbio e sospetto.

Mettere una questione sul tappeto: metterla in discussione, proporla^ esaminarla: è il fr. ínettre une affaire., une question sur le tapis (cioè sul tappeto che ricopre il tavolo).

Metter la mano sul fuoco: affermare in modo sicuro, mallevare. Locuzione nostra familiare, tolta piú che dal ricordo liviano di Scevola, dalle prove del fuoco in uso ne’ tempi di mezzo: e vuol dire «sono cosí certo della veritá che porrei la mano nel fuoco, sicuro di non ardere».

Metter la museruola o mettere il bavaglio: locuzione figurata che vuol dire costringere altrui con violenza al silenzio e alla sottomissione. Cfr. mettere il lucchetto.

Metter le cose a posto: figuratamente vale stabilire la veritá o F ordine delle idee e de’ fatti perben giudicare di alcuna questione. Si suole cosí dire in opposizione a chi, nel confondere o tacere ad arte i fatti, si studia di svisare il vero aspetto di una questione.

Metter le gambe sotto la tavola: mettersi a tavola, ma includendovi la buona idea di godere tranquillamente della mensa, senza altro curare.

Metter le mani avanti: chi sta per cadere mette istintivamente le mani avanti per difesa. Questa locuzione si trasporta in senso morale riferendosi al premunirsi

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