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minestra, ma una specie di minestra assai grossolana e comune in Lombardia, da cui si estese poi alle altre cucine conservandone il nome: «propriamente quella minestra in cui entrano a compagnia riso, fagiuoli. cavoli cappucci e spesso anche sedani, carote ed altro»; cosí nelle elette sue spiegazioni il Cherubini, (op. cit.) e in queir «altro» intendi cotenne, lardo, erbe aromatiche.
Mi nette: V. Fair e minette^ nell’Appendice.
Mingere: lat. mingere talora usato, o per colia o come termine piú decoroso, perchè meno compreso, invece di urinare.
Minimum: V. Maxiviu?n.
Minnesanger Minnesinger: voce storica tedesca, da Minne =: amore e Sdnger = cantore, cioè trovatore, citharoedus, poeta d’amore che componeva e andava cantando versi d’amore. Secoli XII e XIII.
Minuta: per lista delle vivande. V. Menu.
Minuta: termine culinario milanese che consiste in un piatto di carni prelibate, come creste, fegatini, granelli, etc. cotti nel burro con sale, pepe, farina, indi funghi tartufi. Si bagnano poi con brodo vino bianco. Non si dimentichi che la cucina milanese, ancorché un po’ grossolana e greve, ebbe un tempo meritata e gran rinomanza. Cucina classica!
Mirabolano: spaccone, conta-frottole.
M i rabo I ante: per stupefacente, meraviglioso, ma con speciale senso lepido e di scherno, è dal fr. myrabolant. V. lo Scheler {op. cit.)
Miraggio: fr. mirage, fenomeno ottico dovuto alla rifrazione della luce, per cui appaiono nell’orizzonte false imagini di paesaggio. In italiano dicesi con bella parola che ha sapore di romanzo, fata morgana. I francesi traendo molti vocaboli dal linguaggio scientifico e fisico, hanno dato a tale voce il senso di illusione, sogno, e hanno trovato in noi buoni imitatori.
Mise: sost. fem. francese dal verbo mettre, lat. mittcre r: mettere. Voce usata da noi per indicare il modo di vestire. Nel qual senso è neologismo pure in francese, registrato dal Dizionario dell’Accademia solo dall’edizione del 1834. Usata pure è nella locuzione Mise en scène per indicare i preparativi, le cure, l’allestimento d’uno spettacolo scenico, la scena.
Mise en scène: oltre che nel linguaggio teatrale (V. mise), è locuzione talora usata nel linguaggio giuridico per indicare il complesso dei raggiri fraudolenti, atti ad ingannare l’altrui buona fedo.
Misògino: dicesi di uomo che sente repulsione patologica per la donna nei rapporti sessuali (dal gr. fiioelv =: odiare, e yvvi^ ZZI donna). Dicesi anche di chi avversa la compagnia delle donne.
Misoneismo e Misoneista: voci neologiche, usate ed abusate per indicare chi è avverso delle cose nuove. Vi si connotte nell’uso comune il senso d’anomalia e difetto di giudizio in cotesta avversione, quasi che l’accogliere tutti i prodotti della civiltá e del costume sia un dovere nell’uomo moderno, e grave colpa il contrario: difetto come del gufo che rifugge dalla luce. Dal greco jluosív = odiare e veòg = nuovo. Fr. misoneiste.
Miss: voce inglese vale «signorina tí>, preferibilmente seguita dal nome proprio. Le giovanotte italiane di ricca e nobile condizione costumano aver seco una governante precettrioe, la quale, se inglese, chiamano usualmente col nome loro di miss. V. Fraiilein. N. B. La lingua italiana è insegnata solitamente dalla balia.
Missione: «questa voce nel senso di mandato, ufficio e sim. ha veramente origine in quelle parole del Vangelo Ego mitto vos, ecc. dette da Gesú Cristo a’ suoi discepoli. Onde bene si dirá: La missione e l’apostolato della Chiesa, del sacerdozio e sim., tenendosi sempre dentro ai confini religiosi. Ma i Francesi prima di noi la estesero a qualsivoglia mandato ed ufficio, per piccolo o umile o inconcludente che sia: tantoché noi, ripetendo quest’uso, l’applichiamo indifferentemente tanto all’ufficio dogli Apostoli, quanto a quello dei pubblici spazzini». (Rigutini). Solito caso di estensione di senso al modo francese.
Missiva: propr. la lettera che si n\anda por prinia, in opposizione a responsirn. Per lettera è dal fr. missive (lat. mittcre).
Mister o Mistress: in inglese significano