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uomo che è divenuto andator di notte, apritor di giardini». (Boccaccio).

Nottata: V. Appendice.

Notte bianca: locuzione senza dubbio efficace, tolta dal francese nuit bianche, per indicare una notte nella quale non si dorme, qual che ne sia la cagione.

Nottola: per civetta, dicesi oramai soltanto nella locuzione portar nottole ad Atene. V. Noetims Athenas afferre.

Notturno: «componimento musicale in forma di rondò, di canxone od anche di sonata, e il cui carattere è un abbandono dell’anima alla poesia, all’idealitá serena, dolce e contemplativa». (Galli, op. cit.)

Notus in Judaea: {Salmo LXXV, 1) ■Micosi di persona assai nota e non sempre gloriosamente nota. Vale come il seguente.

Notus lippis et tonsoribus: V. Lippis et tonsoribus.

Nous: gr. vovg mente, ted. Nus, ingl. nous: termine filosofico dovuto ad Anassagora: vale ragione, pensiero, intelligenza, facoltá jyensante, considerata non come subbiettiva o come entitá psichica, ma come obbiettiva ed astratta.

Nous arrivons toujours trop tard: dicono i carabinieri dell’Offenbach nel!’operetta giocosa Les Brigands. Locuzione caustica, talora usata nel linguaggio della politica e del giornalismo.

Nozze d’argento: celebrazione delle nozze dopo 25 anni di vita coniugale; noxx,e d’oro, dopo 50 anni.

Nuance: voce francese di moltissimi significati, troppo di frequente e per vizio ripetuta da noi che abbiamo le voci corrispondenti di sfutnatura, grada%,ione, sí nel senso proprio come nel senso traslato.

Nubifragio: per acquazzone, rovescio, scossone, è voce ripresa dai puristi. Cfr. Fanfani ed Arlia, op. cit., Suppletnento.

Nucleo: lat. nucleus, in filosofia naturalo (fisiologia) indica il centro attivo ed organico della cellula (la quale è considerata come l’elementare unitá della vita, e consta della membrana e del protoplasma, di cui il nucleo è parte).

Nugae: (pronunzia nuge) voce latina che talora si incontra per significare cose di poco conto, lievi difetti, bazzecole.

Nulla dies sine linea: nessun giorno senza ima linea, motto che l’antichitá attribuí ad Apelle (Plinio, Hist. Nat. XXXY, 36) e si ripete con senso pedagogico per significare l’esercizio giornaliero. Fu pure motto di E. Zola. Occorre anche nel parlare familiare, nel linguaggio dei giornali, in senso ironico, quasi per dire: ogni giorno se ne ode una di tal genere, se ne scoprono seínpre di nuove.

Nullaggine: V. Nullitá.

Nullatenente: «voce nuova e mal formata per proletario •>•> (Rigutini). Se ne è fatto anche l’astratto nullatenenza. Yoci di conio burocratico e proprio superflue. V. Fanfani ed Arlia, op. cit.

Nullitá: detto di persona che non vale nulla, inetto, è perfetto francesismo ancorché comodissimo nell’uso. Get homme est d’une parfaite nullité. Si è formata anche la voce nullaggine, ripresa dai puristi . N. B. I dialetti nostri per esprimere questo concetto di nullitá, specialmente riferito a persone cui la fortuna o la trafila dei consorti eleva ad alti uftíci, hanno una tale ricchezza di voci realistiche e crude, secondo il genio della nostra favella, che proprio questo astratto filosofico di nullitá può ritenersi superfluo, anche se comodo nell’uso, come ho detto.

Nullum magum ingeniunm sine mixtura dementiae est: nessun grande ingegno e senza mescolanza di pazzia (Seneca, De tranquillitate animi, XVII, 10). Come si vede, la teoria Lombrosiana su la natui-a del genio (V. Genio) era giá nella coscienza del popolo, e ben da antico: si intende in ciò che in essa teoria è di vero, cioè il predominio di una virtíi del pensiero su le altre, ed eccesso di sensibilitá, e quindi squilibrio e diversitá dal tipo normale dell’uomo: benché anche questo squilibrio non sempre si riscontri negli uomini compiutamente geniali.

Numeno: [voovjuevov: = ciò che è conosciuto dalla vovg = mente) voce filosofica (Platone, Kant) usata per indicare l’oggetto del puro pensiero o della intuizione razionale, libero da ogni elemento del senso. Ted. e ingl. noumenon, fr. noumène.

Numerario: per moneta metallica in circolazione é dal fr. numeraire. Yoce ripresa dai puristi, sancita dall’uso.

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