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Alfredo Fanzini

rispettata. Questo particolare stato d’animo degli Italiani — cosí discorde dalla sapienza di quel lontanissimo popolo di Roma, che pure abitò e improntò di se queste terre beate, il quale scrisse volere essere servo della legge per potere essere libe?’o (^) — può, come buona chiave, spiegare il segreto di molta parte della storia nostra nelPevo medio e moderno.

Tale amore di individuale libertá insieme ad una ereditaria filosofica sapienza è cagione di bene e di male insieme: genera una tolleranza stupenda di ogni azione ed opinione, ma genera una tipica e singolare indifferenza, una geniale inerzia a resistere al male. Si osservi come ogni intelligente e facondo ciarlatano trovi presso di noi via aperta ai primi posti; si osservi come il popolo con diletto attico ascolti le maravigliose parole, pur sapendole, per intuitiva saggezza, inani e fallaci ; si osservi come i buoni, i pensosi, i laboriosi sorridano filosoficamente, non denuncino, ma tollerino e lascino passare e trionfare.

Ora — derivando queste considerazioni generiche al fatto preciso del linguaggio — credere che nel popolo italiano sorga quando che sia un sentimento di difesa del linguaggio, patrimonio ideale e collettivo, è convincimento in me assai scarso. Il popolo nostro al: «fa come ti piace», soggiunge: «di’un po’ come ti pare !» . Di una cosa però sono convintissimo, ed è che questo umano ed ingegnosissimo popolo nostro che insieme al popolo ellenico fu somma parte nel destino degli uomini, ma che — mentre quello imbizantí e si spense — resistette, visse nei secoli rinnovandosi e di nuova giovanezza vestendosi, pur conservando se stesso pur germinando sempre inesausto, non perirá.

Conforta il cuore il vedere come dicevo in principio, con quale impeto sorse e sorge a modernitá di vita questa varia «itala gente da le molte vite» . Ora questo pensiero domina ogni altro, cioè che non perendo anzi fiorendo ed aumentando, conserverá, comunque sia per modificarsi e rinnovarsi, quella necessaria impronta dell’essere che è la propria parola {^).

Bellaria^ Agosto^ 1904.

ALFREDO FANZINI.

(^) Legum.... omnes servi surnus^ ut liberi esse ijossimiis^ Cicerone {Pro Gluent., LUI, 146).

(2) Veda il lettore in fine del volume i giudizi dati da autorevoH persone consultate su questo importante argomento.

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