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morte o per tal sangue cein(3iitai-e la Sinagoga: i Cristiani l’interpretarono invece

nel senso del fatale olocausto dell’Uomo Dio per l’uman genere.

Opossum: Didelphis virginiana^ specie di sariga o didelfíde, particolare dell’A- j merica. lu’Opossum è alquanto maggiore dello scoiattolo; il suo pelo, rossastro, meschiato di giallo, serve per pelliccerie. Opossum è voce data dagli anglo-americani: notata in francese.

Opoterapía: terni . med. , da òm’)s=^ succo e OsgaTTEia = cura (Landouzy), sinonimo di organoterajjia. Cura consistente nell’uso di estratti preparati con organi animali. Tale, ad es., il metodo detto di Brown-Séquard.

Opportunismo: partigiano delle riforme e delle modificazioni quali il progresso e la necessitá di mano in mano richiedono, fr. opporhmisme, voce creata, dice G. Delesalle, op. cit., dal Gambetta. Voce che, insieme al der. opportunista^ acquistò mal senso, indicando la subordinazione delle opere umane al concetto di utile e di convenienza. Vocabolo divenuto comune, tanto e bello specchio dei tempi!

Opportunista: V. Opportunisíno.

Optare: per scegliere tra duo parti od uffici, è latinismo usato, specie nel lingmíggio parlamentare. Cosí dicasi della ^Q.Yola. opxdoíie (dal latino optionem). Voci non eleganti, le quali, scrive il Tommaseo «usavano alcuni in Italia, anche prima di questa invasione di locuzioni straniere» . La grafia italiana sarebbe ottare^ «ma avendo riportata tale voce in Italia i Francesi, era naturale che si dovesse accetterò anche la loro grafía». Rigutini.

Opzione: fr. option. V. Optare. quam cito transit gloria mundi!: o come presto trapassa la gloria del mondo: leggesi in Tommaso e Kempis {De imitai. Ghristi I, 3. 6). La formula rituale nelle elezioni de’ pontefici, e divenuta popolare, è: sic transit gloria mundi. Cfr. Dante: Xon è il mondan romore altro che un fiato Di vento, Purg. XI, 100.

Ora (cavallo): è il lavoro compiuto in un’ora dalla potenza di un cavallo dinamico, 0, come si dice comunemente, cavallo-vapore: è di 270000 (duecentosettantamila) chilogrammetri.

Ora incominoian le dolenti note: Cfr. E qui cominciane etc.

Orario: nella locuzione velocitá oraria^ e simili cioè dell’ora^ è neologismo.

Oratorio: come vocabolo del linguaggio musicale, indica un «componimento poetico e musicale sviluppatosi dai salmi e cantici dei confratelli della Congregazione dell’Oratorio ; questa era stata instituita in Eoma da San Filippo Neri allo scopo di distogliere il popolo dagli spettacoli mondani. Poscia si drammatizzarono i racconti biblici ponendo in versi le parabole del Vangelo. Animuccia e Palestrina furono i primi a scrivere laudi per l’oratorio. Le azioni sacre si celebravano di solito in una sala attigua alla chiesa dove procedevasi al servizio divino; e questa sala chiamata oratorio, die il nome al componimento di cui parliamo.» (A. Galli, op. cit.) Tale genere musicale è rinnovato dall’abate Porosi. (V. Ricreatorio).

Orazio sol contro Toscana tutta: Ariosto, Orlando Furioso, XVIII. 65: verso popolare spesso ripetuto per celia.

Orbacelo: voce sarda orbaci: panno di grossa lana, dall’italiano albagio, voce disusata per indicare una specie di panno, solitamente bianco.

Orbetto: nel gergo dei giornali è detto talora il puhlico. Quanta filosofia in questa lepida denominazione !

Orchestra: (ÒQxrjOtQa) nel teatro greco, fu lo spazio fra la scena e gli spettatori, nel quale agiva il famoso coro antico. Oggi per orchestra si intende la scelta e riunione degli istrumenti piú importanti e caratteristici, imaginati e perfezionati, dagli antichissimi tempi ai dí nostri. «All’India, ai Persiani, agli Arabi andiamo debitori degli strumenti d’arco ; all’Egitto, alla Palestina, alla Grecia devonsi gli strumenti monoplettrici e a pizzico (la cetra, l’arpa, gli antecessori dei liuti, dei mandolini e dello • chitarre), il clarinetto favÀóg)., gli ottoni (oáXjny§) nella loro forma primitiva, i sistri, í crotali; ai Semiti il rvjUJtavov a verghe metalliche, percosso a mano (strumento cui si può far risalire l’origine del pianoforte): agli Egizi, dell’epoca Alessandrina. Vidraulos (donde il nostro organo) ; infine, agli Eu-

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