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graiids hommes la patrie reconnaissante.
S. Croco in Firenze (V. Foscolo, Sepolcri) è il nostro gran Panteon. A Londra, l’Abbazia di Westminster. Il tempio Romano di Agrippa o la Rotonda, accogliendo le salme dei re sabaudi, da taluno considerasi come Panteon, secondo il senso francese. La grafía Panteon parmi poco dell’uso. Pantografo: da jtúv = tutto e ygcKpco = scrivo: strumento che serve a copiare meccanicamente i contorni di qualunque disegno sia in grandezza naturale sia in altra scala. Tale istrumento era giá noto in Roma nel 1631. Fu poi perfezionato in Francia.
Papá: V. Marna. Bellissima per ironia è la locuzione figlio dí papá per indicare il titolo piú. ragguardevole che taluni giovani hanno per ottenere privilegi, uffici ed onori, cioè l’essere figlio di un padre illustre 0, meglio, potente. È il meno giusto, anzi il piú ingiusto dei diritti ereditari, di cui tanto oggi si discute. La nostra vita publica, a base di clientela e di dinastie private, è ricchissima di questi figli di papá, saliti come zucche in alto, e senza fatica! Il Giraud, noto e mordace commediografo, intitolò una sua commedia Il figlio del signor Padre, ma la locuzione deve essere di formazione popolare.
Papa: nel gergo francese vale come bonario, tranquillo popolano o borghefie. Ricorre in papá nelle nostre traduzioni da quella lingua.
Papabile: dicesi del cardinale che è in predicato di divenire papa: fr. papable.
Papaina: (pepsina vegetalo, sangue vegetale) fermento che si ricava dal succo della Carica papaya., L., grosso albero originario delle Molucche. Usasi in medicina. Come la pepsina animale scioglie l’albumina o la fibrina, facilitando cosí la digestione.
Papa Nero: nel gorgo politico: il generalo dell’Ordine de’ Gesuiti.
Papa rosso: voce del gergo politico por HJgnificare il (irande Maestro, o capo supremo della Massoneria. V. Massone.
Papaveri (alti): le persone di maggiore autoritá e potenza, che fanno il sereno e la pioggia. Riferimento all’antica leggenda romana di Ta^iuinio il Superbo, che al figlio Sesto ins(>gnò, per un mosso, in ([ual modo farsi tiranno di Gabio. Il messo troncò nel giardino i piú alti papaveri, simbolo de’ cittadini piú cospicui che doveano esser tolti di mezzo. Cfr. Erodoto e la risposta di Trasibulo a Periandro.
Papeliilo papelito: voce spagnuola, sigaretta.
Pápera: lett. la «giovane oca:» nel linguaggio teatrale è l’errore del comico nel pronunciar le parole, specie con iscanibio ridicolo delle sillabe. Es. M felice.’Il beveno celesti, per il veleno bevesti. Cfr. l’altra nota e comune locuzione prendere un granchio.
Paper-Hunt: voce ijiglese dello spoi’t., che vuol dire: caccia alla carta. È una caccia finta, in cui un cavaliere facendo le veci di volpe di altro animale, parte prima e lascia traccia di sé con lo spargere pezzi di carta: gli altri inseguono.
Papeterie: voce francese abusivamente usata per indicare la cartella oyq sta, l’occorrente per iscrivere.
Papillote: voce fr., tradotta in papigliotti, indica i diavoletti in cui le donne arricciano i capelli. Deriva dal papillote forma antica di j^^^piUon, latino papilio = parpaglione (farfalla).
Pappa fatta: locuzione familiare specie in unione ai verbi trovare, volere. Dicesi di chi desidera i benefici senza sobbarcarsi alla fatica necessaria per conseguirli. Paprica: ted. Paprika, e il pepe rosso di Caienna, fornito dai frutti del Gapsicum fructescens , L., originario d’America e, in commercio, da alcune S])ecie di peperoni (Capsicum annuuin).
Papula: lat. papUla = bolla, pustola: lesione semplice della pelle, determinata da un’elevazione di forma e dimensioni variabili, di colore solitamente roseo, formata da una infiltrazione della superficie della pelle. Scompare dopo alquanto tempo senza lasciar cicatrice.
Para: fgr. migá r. fuori, al di lá) prefisso usato in patologia per indicare uno stato contrario alla salute e alla norma: es. parale.via, paralisi, paranoia, etc.
Para: è il nom(> dato alla miglior specie di caucciii o gomma elastica. Proparasi nella Colombia, spin-ialmente, ed è a sottilissimi strati fogli.