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Porchetta: cosí chiamano con voce volgare nell’Italia centrale una speciale maniera di ammanire il porco giovane, e consiste nel cuocerlo per intero infisso ad un palo, entro il forno con molte droghe e finocchio. Vendesi entro madie, spesso all’aperto. Cibo greve e appetitoso. Deve risalire a costumanze culinarie antichissime. Eicordo nella Gambalunghiana di Rimini questa curiosa monografia: Porcus Trojanus^ sia la Porchetta^ Cicalata ne le nozze di Messer Carlo Ridolft con Madonna Rosa Spina, Don Luigi Nardi, Arimino ^ 1813.
Pornografía: per scritto o staínpa oscena (fr. pornografie)^ non è voce registrata tra gli usuali di2. italiani e se notata, non è nel senso qui detto, ma nel senso meno comune di trattato intorno alla ’prostituzione o di tendenza a idealizzare le oscenitá. Dal gr. jTÒQvog = cinedo e yQácpcú = scrivo, tratto. Der. pornografico.
Porro unum est necessari um: lat., or d’una cosa solo fa bisogno (cioè amare il Signore Iddio e il prossimo, per essere salvi) cosí Cristo in S. Luca X, 42. Eipetesi il motto con altro senso, e il Porro unum acquistò forza di sostantivo per indicare condizione indispensabile.
Porta: aggiunto di scala aerea, che si arma e si adatta meccanicamente, pezzo per pezzo, su di un carro speciale: cosí detta dal nome dell’inventore Carlo Porta, operaio milanese (da non confondere col poeta omonimo).
Porta (la): o la Sublime Porta sono i nomi con cui in di]3lomazia è designata la corte ed il governo del Sultano. Cfr. SvQa = porta, corte (cfr. Anabasi.^ I).
Portafogli: dal portafogli usato dai ministri, la lingua francese estese il senso, come è sua natura, sino a significare V ufficio .1 la funzione^ la carica del 7ninistro. Tale estensione è pure presso di noi, onde ministro senza portafogli (ministre sans portefeuillej colui che fa parte di un ministero senza aver funzioni amministrative. Portafoglio è ritenuta grafia meno buona, certo è piú dell’uso.
Portale: per ^jor^o?ze, detto specialmente in architettura delle porte monumentali de’ templi, è il fr. portail.
Portare i calzoni: V. Calzoni.
Portare il cappello su le ventitré: cioè inclinato, come appunto è il sole su le ore 23, nel tempo in cui si contavano le ore dall’una alle ventiquattro, cominciando dal tramonto.
Portare: per condurre è «alquanto» (Eigutini) abusivo, pure d’uso comune e familiare, e panni pedanteria condannarlo se non forse in nobile scrittura. | TjO locuzioni portare a credere (per conduce^ rfá, induce) portare a cognizione (per notificare., far noto) sono riprese dai puristi. | Portare deputato^ designare, presentare come deputato.
Portar su gli scudi: fr. élever sur le pavois^ antico costume dei Franchi di innalzare il re eletto su di uno scudo o pavese e cosí fargli fare il giro del campo perchè il popolo in armi vedesse ed approvasse.
Porte-enfant: voce foggiata alla francese e cosí comune che trapassò al dialetto: indica quel trapuntino, piú o meno adorno, che si ripiega a mo’ di busta e serve a reggere i neonati. Borsa., borsa da bambino dice ancora taluno del popolo. V. Oarde enfant.
Porter: nome dato ad una specie di birra inglese, assai scura e forte.
Porteur: per indicare il portatore che insieme alle guide aiuta a compiere le ascensioni degli alti monti, leggo e odo frequentemente usata la parola francese in cambio della italiana.
Port-hole: ingl., il finestrino tondo delle cabine dei bastimenti.
Portière: portiera., tenda., posta di solito davanti ad una porta, o per riparo dall’aria o per bellezza. Voce francese usata abusivamente.
Portina: voce dialettale milanese, vale battente dell’uscio.
Portland: varietá di cemento naturale inglese ; nome dato poi a cemento artificiale di uguale composizione.
Porto (vino di): ’vino di Op orto: nota specie di vino di lusso portoghese, specialmente alcoolizzato per la esportazione.
Porto d’arme: fr. port d’arane: cioè la facoltá del poter portar armi, che i magistrati concedono a chi ne fa debita ri-