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questa voeo acta è connesso non so quale concetto di solennitá per indicare le cose operate e registrate da qualche istituto, accademia, consiglio etc.
Actum agere: motto latino che significa far cosa giá fatta, ripetere un’axione inutiimeíite.
Ad calendas graecas: e italianamente alle calendc greche, cioè ynai. La ragione del motto sta in ciò che nel calendario romano le calende indicano il 1° del mese: presso i greci invece non vi erano calende, dunque un giorno che mai non viene. Il motto da Svetonio è riferito ad Augusto per coloro che mai non mantengono le t)romcsso fatte.
Addobbi: voce che nel dialetto bolognese acquista speciale significato, cioè di una solennitá religiosa, edilizia ed igenica in pari tempo. Essa consiste nella costumanza antichissima di ripulire, intonacare, abbellire poi con addobbi, tutte le vie di una o più parecchie della cittá, ogni anno per modo che in dieci anni tutta la cittá si rinnovi. Ciò avviene sul far dell’estate al tempo che la Madonna di S. Luca è portata nel Tempio della cittá. Da questa ottima costumanza proviene l’aspetto decoroso e lindo che offre la fosca, turrita Bologna.
Addugliare o dugliare: terni, mar. raccogliere un cavo su di se stesso a colli tondi, detti duglie.
Adelante, Fedro, con juicio: cosí nei Promessi Sposi (Gap. XIII) il Cancelliere Ferrer parla spagnuolo al suo cocchiere in quella folla e in quel trambusto: «Va innanzi. Pietro, con giudizio!» Il motto fece fortuna e gli si dá un po’ lo stesso significato del festina lente dei latini ; «Va innanzi con cautela ; fa in fretta, ma senza sbagliare», non però senza intenzione di lepore. «Andate adagio perchè ho fretta» cosí i Gesuiti ai loro allievi nello scrivere lavorare etc.
Adenite: termine medico: tumore e infiammazione delle glandolo linfatiche, volgarinento dotto bubbone.
Adepto: dicosi di persona devota ed iniziata ai culti di una setta filosofica o politica. In francese adepte, dal hitino adeptus - acquistato.
Ad gloriam: piú comunemente per la gloria; detto di chi lavora senza guadagnare. I letterati in Italia, per esempio. Dicesi anche francesemente lavorare pour le roi de Prusse e in dialetto lombardo: per la chiesa di Vaprio.
Ad hoc: lat., che letteralmente vuol dire a ciò. Dicesi di cosa fatta con intento e modo speciale, conveniente ad un fine.
Ad hominem: nella locuzione argomento ad hominem, cioè che riguarda esclusivamente la condizione della persona alla quale della quale si parla.
Adhuc sub judice lis est: di questioni problemi di soluzione difficile o non risolvibili per loro natura si suole ripetere questo motto che Orazio {De arte poetica, 78) ripeteva a proposito dei primi inventori del metro elegiaco di cui disputavano allora i grammatici: «la lite è ancora sotto il giudice».
Adieu: V. Au revoir.
Adieu paniers, vendage estfait: locuzione proverbiale francese per indicare che qualcosa è finita né ci si torna piú sopra. In Romagna pur nello stesso senso dicono: addio fichi!
Ad impossibilia nemo tenetur: lett. nessuno è temilo (a fare) le cose impossibili. Dicesi quando alcuno non può fare per forza maggiore alcuna cosa. Proverbio con cui talora si adonesta il malvolere.
A divinis (sospeso): cioè dal celebrare la messa e gli altri uffici divini: punizione che la Chiesa infligge ai sacerdoti che se ne sono resi indegni.
Ad latus: (lat. al fianco) qualifica di generali (in Austria), legati, diplomatici etc, aggiunti per aiuto, consiglio, onore ad una suprema autoritá.
Ad multos annosi: jDer molti anni. Formula augurale latina, sovente ripetuta come clausola per anniversari, celebrazioni, etc.
Adorare: l’iperbole, cioè a diro l’esagerazione nell’aggettivo e nel verbo, cho è cosa naturale e conformo alla lingua francese, è stata trasportata nell’italiano dai nostri eleganti. Comune cosa è sentir diro da roseo labbra: «Io adoro le fragole, io adoro i tartufi: vado follo per gli asparagi, otc.». Paro a costoro che la