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Voce: parola del linguaggio amministrativo. È l’unitá elementare nella quale viene diviso, discusso ed approvato il bilancio di un’azienda publica.

Voci bianche: quelle dei fanciulli e degli eunuchi, per imitare il metallo della voce femminile. Famose le voci bianche (Iella Cappella Sistina^ oggi abolite.

Voglio: tresette in quattro (V. Terxílio).

VoiI: relo^ e si dice altresí di un tessuto leggerissimo di seta o di lana che serve per abiti da signora ; specie di tulle.

Voilá i’ennemi!: ecco il nemico^ dicesi enfaticamente; ma il motto completo è et le cléricalisme? voilá Vennemi! espressione di Adolfo Peyrat, uomo politico e giornalista francese, riferita dal Gambetta in un discorso del maggio 1877.

Voilá tout: in certo linguaggio, specie de’ giornali, questa formula francese conclusiva dopo una dimostrazione sembra pili efficace delle equivalenti nostre. Piccoli segni di grande miseria!

Voivoda: parola jugoslava, vale duce^ signore: titolo che si dava ai principi della Moldavia, della Valacchia, della Transilvania ed ai governatori delle province in Polonia.

Volano e volante: sono ambedue voci ottime e registrate (V. Tommaseo), tanto per indicare in meccanica quella ruota che regola il movimento (fr. volaíit^ ingl. fly wheel^ ted. Schivungrad) ^ come per indicare quel noto giuoco o trastullo da bimbi.

Volant: striscia di stoffa, ripresa a pieghette, che serve ad ornare la parte estrema degli abiti da signora, tende, cortinaggi etc, frappa., gala (V. Manteau).

Volapiik: =lingua del mondo., composta artificialmente con elementi latini, tedeschi, inglesi etc. dal poliglotta Schleyer un curato di Costanza, e proposta come lingua universale. Ebbe una certa voga e fortuna per il passato. Della possibilitá di un idioma universale artificiale non è qui il luogo di discutere. Il fenomeno del linguaggio è cosí strettamente congiunto al preponderare di un popolo, e parte cosí essenziale della sua anima che privarsi del suo idioma equivale al deliberare la propria morto. D’altra parto esistono lingue universalmente note, come il latino, il francese, l’inglese e per le voci scientifiche, filosofiche, tecniche si viene formando spontaneamente e naturalmente un vocabolario di voci internazionali. L’effimera vita del Volapiik può essere di ammaestramento ai sostenitori di tale utopia.

Volata: nel linguaggio ciclistico, V ultimo scatto per arrivare al traguardo. Una bicicletta in volata vale in gergo, rubata.

Vol-au-vent: vocabolo della cucina francese: pasticcio caldo di pasta sfogliata, con entro un fine intingolo di carne o di pesce. Il nome deriva dalla leggerezza della pasta, quasi «che vola al vento».

Volenti nihii difficile: (V. Volli, etc).

Volere è potere: noto titolo di un libro morale didattico (1869) di M. Lessona, informato sull’opera Selfhelp (1859) di Samuele Smiles, e, come titolo, influsso forse, del lat. volenti nihil difficile e del volli.^ e volli sempre., e fortissimamente volli dell’Alfieri {Lettera responsiva a Ranieri de’ Calsabigi). Questo volere è potere è oramai frase fatta e di consumo scolastico in ispecie. Confronta per la veritá la ben piú profonda sentenza di Dante {Purgatorio, XXI, 105):

Ma non può tutto la virtú che vuole ; col quale s’accordano la psicologia e la fisiologia.

Volere o volare: locuzione nostra familiare, efficace e bella per la simiglianza dei suoni e la dissomiglianza dei sensi: per forxa, anche contro voglia.

Volgare illustre: o cardinale, aulico, curiale, cioè la lingua italiana ricercata da Dante, qual fiore dei dialetti italici (Cfr. il libro De Vulgari Eloquentia). Locuzione letteraria.

Voli d’Icaro: (V. Icaro).

Volizione: terni, filos., atto della volontá, la determinazione da parte di se stesso ad un fino psichico. Volition è voce ingl. e fr. e tedesca, ir: Wollen.

Volli, sempre volli, fortissimamente volli: sentenza alfíoriana, ahiuanto nuídificata dall’originale. (Vedi Volere è potere).

Volo: nel gorgo dei giornali accado talora di leggero ad os. il volo di trenlaniila lire, il volo di una collana, il volo di tma cassaforte. Ciò non vuol diro

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