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IHT thesis sentendo il battere e \íei’arsis il levare della battuta.
Arsenalotto: operaio dell’arsenale.
Articolista: «^ accettata la parola J.r^?co/o nel senso di breve trattato o scritto inserito nel giornale, non si vede perchè devasi rifiutare la voce Articolista,» cosí il Ixigutini. e non ha torto. Corto è voce che suona non bella.
Articolo: non é qui il caso di esporre Io spiegazioni che su l’uso dell’articolo dá ogni grammatica. Noterò soltanto che l’uso dell’articolo, giá di per sé difficile è in < questi tempi reso anche piú. difficile per l’anarchia che regna nel parlare e nello scrivere comune. L’anarchia in fatto di lingua, cioè poter dire e scrivere come si vuole, è segno indubbiamente grave. Parti importantissime del discorso, come articoli e preposizioni, le quali sono, per cosí dire, i perni su cui girano le parole, devono, quanto piú si può, essere físse da logole determinate e costanti. Detto ciò, accenniamo ad alcuni errori od incertezze comuni. Regola generale: Y articolo ha valore determinante: ecco perchè il cognome che esprime la gente, dovendo significare un individuo di essa gente, riceve l’articolo: il Petrarea^ il Tasso etc. Tale norma oggi è osservata a casaccio, e, se non erro, l’articolo tonde a scomparire.. Cosí lessi nei giornali: il Novelli inaugurò a Roma la casa di Golcloni e non del Goldoni, e l’errore — se errore — passò inavvertito. Taluno ha osservato: noi mettiamo l’articolo davanti ai nomi illustri e ommettiamo davanti ai nomi comuni. Ma anche cotale regola, che sarebbe del resto assai arbitraria e bizzarra, non è mantenuta. Si intende però
- he «ci sono eccezioni, pe’ cognomi divenuti per una specie di antonomasia popolari quasi nomi propri di persona, come
(Garibaldi, Giusti, Leopardi, Cavour, Mazzini; e cosí a volte per ragioni di stile, come quando nel capitolo XXX dei Proinessi sposi sono indicati con una metonimia i r(\ggimonti che passano di mano in mano il ponte? di Lecco; ovvero infine jitM- segno di amicizia e familiaritá. Ma in tutto il romanzo, e i!|)(íCÌalmonte ne’ capitoli XXVII o XXXll, dove s(.n noverati tanti dotti, il Manzoni a’ casati premette sempre l’articolo. Sia come si sia, quest’errore s’incomincia a sentire soltanto lungi dal Tevere e dall’Arno: e mentovare illustri viventi e persone di conto e d’autoi’itá senz’articolo, come si farebbe per indicare un compagno di scuola, pai-e a me un metterci tutti in un mazzo, a tu a tu, non bella creanza, anzi talora una sgarbatezza.» Romanelli, op. cit. \ I nomi propri d’uomo non ricevono articolo. Il Carlo^ il Luigi etc, sono locuzioni lombarde non però con tutti i nomi. | Co’ nonii di donna si può premettere e tralasciare l’articolo. Certo è che nella nobile prosa e trattando di donne di gran rinomanza e rispetto i buoni scrittori non ponevano articolo. 1 A proposito di nomi propri e di anarchia di linguaggio notiamo che oggi non solo negli uffici ma anche nelle scuole, prevale l’uso brutto di mettere prima il cognome e poi il nome. Cosí dicesi e scriYGiií Brambilla Cesare e non Cesare Brambilla. Ma se si tratta di persone note e di qualche levatura allora compare prima il nome e poi il cognome: Silvio Pellico e non Pellico Silvio, Gabriele d’Annunzio e non d’Annunzio Gabriele; o che in tempi di gloriosa e fiera democrazia è lecito tale dispari trattamento? I nomi registrati nel libi’O d’oro della gloria hanno prima il nome e poi il cognome: Giuseppe Max%ini., Camillo Cavour e non il contrario. La ragione degli elenchi non giustifica a pieno tale deplorevole incertezza, nò l’uso di altre lingue viene in sussidio a spiegar la cosa come una imitazione. Se poi uno ha titoli gentilizi, accademici, cavallereschi, li distribuisce a spizzico un po’ prima, un po’in mezzo, un po’in fine, dove capita o pare. Tanto per rafforzare le nostre ragioni, non giá nella speranza di limodiare al mal uso, riporto qu(>sto assennate osservazioni del Petrocchi: «Inconvenienti dello scrivere il casato do])o il nome. 1.^’ Come s’è visto, si va contro alla storia e all’uso del mondo civile del nostro e degli altri paesi. E <|uesto è il meno peggio. 2.*^ Si ])orta un monte di (M)nfusioni, ])erchè son troppi 1 nomi di Itersona uguali ai casati. Marcello, Kntt’sto , (riovanni, Ercole^ Nino, Onofrio, (>cc..