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prondersolo in santa pace. Per questa
g(Mite, dar del baggiano a un milanese, ò come dar dell’illustrissimo a un cavaliere» .
Báglio: ter. mar., trave squadrata a forma di T posta di traverso delle navi, por sostegno del ponte o por collegamento dei fianchi.
Bagna, bagniffa o bargniffa: (queste ultime duo voci alquanto fuor d’uso o US ite per celia) dicesi in dialetto lombai’do per indicare il sugo, l’unto delle carni in umido nel quale si intinge a bagno pane o polenta. Bargniffo nel Veneto si usa dire di i)ersona astuta e temibile per la sua furberia.
Bagnare i galloni: dicono gli ufficiali quando por alcuna promozione regalano e fanno festa ai colleghi. Mi pare manifestamente che sia la locuzione francese del gergo, arroser ses galons: = régaler ses camerades a l’occasion d’une promotion.
Bagnasciuga: in marina indica quella stretta zona all’esterno dello scafo e al di sopra delle linee di galleggiamento, che si bagna e si asciuga per effetto del continuo ondeggiare delle acque.
Bagnino: nell’uso comune significa colui che prepara il bagno, aiuta il bagnante, lo asciuga, etc. Questa voce non si riscontra nei dizionari. Il Fanfani la riprende fieramente dicendo che bagnino significa jíiccolo bagno e nel senso d’inserviente devesi dire bagnaiuolo. E bagnaiòlo (senza il dittongo, ben si sa) scrive il Petrocchi. Ma nell’alta Italia questa voce non sarebbe gran che intesai Ma v’è di piii: in tutti i luoghi di bagni e di terme intesi dire bagnino, non esclusi i luoghi di Toscana. Oh, dunque?
Bagolòn: voce caratteristica lombarda meglio meneghina e dicesi del chiaccherone che le sballa grosse per la mania di parlare e di far la frangia alle coso. Questa i)arola dialettale può raffrontarsi con le voci nostre antiche e morte begalare e begolardo zzi ciarlare e ciarlone? <Cfr. il sonetto di Cecco d’Angelicri contro Dante): Danto Alighior, s’io son buon begolardo tu mo no tion boa la lancia a lo roni, s’io pianso con altrui, et tu vi coni, s’io mordo ’1 grasso et tu ne succi il lardo. S’i’ son sboccato, et tu poco t’affroni, s’i’ son fatto romano et tu lombardo si che laudato iddio, rimproverare pò l’un a l’altro poco di no’ due, sventura o poco senno ce ’1 fa fare. Et se di tal matera vo dir piue, rispondi Dante, ch’io t’harò a mattare, eh io son lo punciglione e tu se ’1 bue.
Bagolonar per ciarlare, parlar lombardo, fu usato dal Carducci in un suo potente scritto intitolato Mosche cocchiere nel quale si oppone agli esageratori della teoria manzoniana, e sostiene la italianitá e il valore dei vari dialetti. Il passo è questo: «in mezzo al piú puro bagolonar meneghino non vennero su il Cattaneo ed il Correnti, gli ultimi e nervosi e robusti prosatori italiani, respiranti a pieni polmoni l’integro classicismo italiano?» I sostenitori del modello toscano ad oltranza farebbero bene a «pensarci su !» .
Bagolòn del luster: locuzione milanese e meneghina relativamente recente. Dicesi di chi spaccia frottole (V. Bagolòn) e verosimilmente si disse prima di coloro che agli angoli delle vie spacciano pattina {luster) da scarpe od altro, allettando i gonzi. Se questa spiegazione poco soddisfacesse, sene potrebbe pensare un’altra: lustrare in italiano e in lombardo familiarmente vale adulare., onde bagolòn del luster varrebbe chiacchierone che loda^ adulatore.
Bag-pipe: ingl. cornamusa^ rampogna.
Baiadera: dal portoghese bailadeira = danzatrice e cantatrico publica nell’India.
Baiooli: specialitá di biscotto veneziano, specie di cantucci toscani, ma in fette ai^sai fini. «Dicesi baicelo por similitudine, benché grossolana, alla figura dei piccolissimi cefali, chiamati appunto Baiceli». (S. Boerio, diz. veneziano.) Etimologia un po’ grossolana ; o perchè no dal color baio?
Baignoire: n. f. in francoso indica la vasca da bagno e per estensione certi palchi ampi e sporgenti nella prima fila dei teatri. Usasi anche in italiano corno esempio dimostra: «nella prima galloria i) nello baignoires furono puro posti dei tavoli» .