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la prima macchina nella quale passa il cotone, compresso ancora, per essere separato dalla polvere e formare degli strati che vanno su la carda.

Battirelli: nome proprio di un delegato di P. S. il quale al tempo del Ministero Crispi non riuscí a frenare gli eccessi di una dimostrazione politica la quale era stata permessa. Questo ufficiale pagò con punizione grave l’errore dei superiori. Ebbe però la soddisfazione di dare — in un certo gergo politico — senso estensivo al suo nome, e significare generalmente quegli ufficiali inferiori su cui ricadono le responsabilitá degli errori altrui. Ciò non è proprio il sistema voluto dal conte di Cavour, ma è molto comodo. Es.: «i soliti Battirelli !». La radice del verbo battere nel nome molto deve esser valsa alla misera fortuna della parola.

Battòsta: da battere, è parola registrata nei dizionari dialettali veneto, lombardo, emiliano (nella forma dialettale batosta) si nel senso proprio di percossa^ sí nel senso traslato di danno^ pregiudizio^ effetto, di una sconfitta malattia, etc. Dicesi anche nel parlare familiare in italiano: ma i lessici non registrano tale voce.

Baty: voce inglese, non letteraria, usata talora da quei tecnici italiani che non sanno l’italiano o non vogliono usarlo: significa castello^ cioè la struttura fissa della macchina, la parte che sostiene gli organi in moto. V. Incastellatura.

Bau-bau o babau: nome di spauracchio fantasma del quale le donnicciuole si servono per impaurire e far star cheti i fanciulli. Forse dal suono che si fa per imitare la voce del preteso fantasma. Yoce usata in Eomagna e nelle Marche. Nel veneto si dice babao.

Bavarder: fr. ciarlare^ chiacchierare^ cicalare. Eppure bavarder e bavardage sono talora parole dell’uso elegante.

Bavarese: «sorta di bevanda eh’è fior di latte con giulebbe per lo piú riscaldato. Anche i francesi dicono une bavaroise au lait; e Grand d’Aussy (nella Histoire de la vie privée de Francois I, toni. Ili, p.. 118j dice che fa cosí nominata perchè .1 Principi Reali di Baviera trovatisi a Parigi ne’ primi anni del se colo XVIII, desiderarono una bevanda cosí fatta.» Cosí il Cherubini. Bavarese oggi dicesi a Milano di latte caldo, ma è voce che va perdendosi.

Bavette: bavaglio lo o bavaglino, eppure si ode e legge talora la parola francese che per nulla è diversa dalla nostra.

Bazar: per emporio di merci varie e dell’uso, è vocabolo accolto da tempo nella lingua italiana. Deriva dall’arabo. La desinenza in bazzarre è meno frequente.

Beamíng Machine: nome inglese di una macchina orditrice. Non esce dal linguaggio de’ tessitori e meccanici.

Beati monoculi in regione o in terra caecorum: beati quelli che hanno un occhio solo in terra di ciechi.

Beati possidentes: beati i possidenti! La ricchezza accumulata e trasmessa sicuramente di padre in figlio porgendo nobile ozio e sicurezza di vita, creò nel passato cotesta affermazione esclamativa e desiderativa; la quale, alla stregua dei tempi e delle idee odierne, va sempre piú acquistando un significato molto relativo. Erroneamente questo motto è ricavato da Orazio Od. IV, IX, 25. Vuoisi piuttosto ricercare in un antico aforisma che dice beati qui in iure censentur jjossidentes.

Bebé: «Oh che bel bebé/ come sta il suo bebé? Mi faccia vedere un abito da bebé/» si ode spesso. Frequentatissima voce francese che racchiude nella felicitá di quelle due sillabe uguali la grazia e la ingenuitá del bambino, insieme a non so quale amabile petulanza e vezzosissima balordaggine signorile. Piú tu pronuncerai con le labbra strette e voce di flauto le due sillabe bebé., e piú sarai volentie]?i udito. V. Baby.

Beccafòrbice: uccello. È il nome dialettale pisano e d’altri paesi del Crociere {Loxia curvirostra) o Becco in croce o Becco storto.

Beccheggio: da becco., quasi dar di becco: nel linguaggio de’ marinai indica il moto oscillatorio da prora a poppa come intorno ad un asse trasversale. I meccanici dicono beccheggio o serpeggiamento anche delle locomotive.

Beccofrosone: ugggíío (Bomby e illa garrula): bell’uccello cantatore dei paesi set-

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