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Bordure: (vedi bordo) è l’orlatura, la (juale negli abiti muliebri essendo specialmente lavorata, serve di guarnigione od è cosí che la parola francese sta facondo perder terreno alla voce nostra. Di fatto una sarta che abbia rispetto per lo suo clienti, non porrá una guarnizione^ ma una bordure, non un grembiale ma un tablier. Lí ci vorrá una ruche, non un nastro ; una guipure e non un merletto ; non un corpetto, ma vai jabot, e via. Le stoffe saranno erèpe e non crespo, glacées e non rasate non lucide, granitées e non chiazzate, pointillées e non punteggiate, moirées e non marazzate, nuancées e non sfamate, non increspate ma plissées etc. I colori non sono piii azzurri o turchini ma bleu, non canarino ma crème, non giallo nvdjaune, non fulvo ma fauve, non scuri ma foncés. Chiedendo in negozi italiani le stoffe col nome del colore in italiano si rischia di non essere intesi.
Borione: term. lombardo (/>oWo«) rullo, cilindro^ spianatorio per terreni e strado. Borione, la spazzola cilindrica che usano i barbieri: brutta voce estesa anche ad altre regioni.
Borsalino: nome dato a molti cappelli dal nomo del fabbricatore di tal nome in Alessandria del Piemonte. Giacche con Monza, Alessandria, Cai-pi, l’Italia, dalla nobile Inghilterra all’ultimo Giappone, copre il capo a molta umanitá. Pur troppo la nostra merce ci ritorna spesso in casa con suggelli stranieri e come tale noi la riacquistiamo, lieti, a maggior prezzo.
Borsista: neol., dicesi di colui che giucca e si)Ocula alla Borsa.
Bosinata: poesia milanese in dialetto (contadinesco, per lo piú di carattere satirico. V. Bosino.
Bosino: termine dialettale lombardo: indica il contadino dell’alto milanese. Chiamasi anche bosino colui che va per la cittá, cantando o recitando bosinate. Carlo Tanzi nelle sue rimo fa grande encomio di questa specie di componimento e no cita i primi scrittori. Forma d’arte popohire cui contrasta il carattere, sempre piú cosmopolita, di Milano.
Bosse: voce francese che indica p/’o/j/beronza, bernoccolo, enfiagione come da noi boxxa. La voce è di origine tedesca {bozen , noli ’antico tedesco = spinger fuori ) . Nella frenologia indicò i lobi del cranio cui si credettero e credono rispondere determinate attitudini. Quindi volgarmente dicesi: avoir la bosse de quelque chose. Il a la bosse de la musiqtie. E noi imitiamo a tutt’andare il modo francese, laddove abbiamo belle voci come inclinazione, disposizione, o se piace la voce francese, v’è beimoccolo corrispondente:
La manía di ser Imbroglia Che nel cranio ti gorgoglia, Ti rialza fuor di squadro Il bernoccolo del ladro,
(G. Giusti Gingilliiio).
Bossolá: voce dialettale che indica uno speciale dolce di pasta lievitata, propria di Brescia. Cfr. buccellato.
Boston: specie di valzer moderno, strisciato e figurato, cosí detto della cittá di Boston.
Bouchon: tappo, e cosí il composto tire-bouchon z:z cavatappi: in Lombardia e nell’Emilia, per non dire altrove, sono voci costanti anche nel dialetto.
Botte: voce propria del dialetto romano, estesa e nota nel comune linguaggio: indica la vettura publica in Roma.
Bottina: diminutivo di botte, francese, e significa una specie di scarpe di cuoio elegante che chiude parte della gamba. Voce non frequente, ma usata talvolta in italiano invece di stivaletto.
Boud in: volgarizzato in bodino e budino. voce dell’uso: difesa dal Viani, migliaccio sanguinaccio, in italiano. Il Fanfani non la nota fra le voci guaste. La registrano fra gli altri il Rigutini e il Petrocchi. Certo è voce non bella, anche come suono. Boudin in francese è il budello riem])it() di sangue di porco, condito con droghe. La sua etimologia è incerta: da boiider gonfiare V (Diez) dal basso latino botulus, ondo budello in italiano e boyau in francese? probabilmente. Da noi bodino indica specialmente una torta dolce, cotta entro stam])o che mangiasi col cucchiaio.
Boudoir: salottino appartato per le signoro o adibito ad intimi ricevimenti: cosi d(^tto dal verbo bouder {ú\v il broncio) parce quc Ics dames se rctirent dans