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122 | alfredo panzini |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu{{padleft:124|3|0]] un servo. S’avvide che costui, guardandola, stupì e non fe’ motto.
— Presto, la rheda, — disse Clodia —, e due cavalli dei migliori. E ricordati che tu sei muto!
A corsa disperata usci di Roma per porta Capena. L’auriga al comando di lei staffilava i corsieri per la via Appia. Di fuga attraversò Velletri e Formia. Tutti i clienti salutavano al passaggio di Clodia che pareva Clodio.
La saggia sorella preparava, per ogni buon conto, un alibi per il fratello.
Soltanto, quando passò per Boville, a lei sembrò, per strana premonizione, che il sole, tramontante nel mare, tingesse tutto di sangue.
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