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146 | alfredo panzini |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu{{padleft:148|3|0]]Non arse anche lui a quella fiamma? E flagrantia è parola cosi vicina a fragrantia, che Cicerone fa Clodia tutta profumata, rosa fragrans, mentre era sua intenzione rappresentarla fetida, come quella disgraziata di Taide.
E nemmeno Clodio è ricordato per nome, ma con un giro di parole infamanti: «il marito della sorella».
Anche Cicerone del coraggio ne doveva avere per trattare cosi un uomo come Clodio.
— Scusate, scusate, o Romani, — diceva Cicerone —: io mi sbaglio continuamente e vi prego di avermi perdonato: volevo dire il fratello di Clodia. Strano! Mi vien sempre da dire: «il marito di Clodia»!
Il popolo romano ride. E noi qui faremo verecondo punto.
Clodio era di «notissima libidine» e lo dice anche il mio Calepino del seminario di Padova, e l’esempio di Clodio non era di edificazione né per Clodia né per le altre due sorelle. Sta il fatto che queste nefandezze non vietarono a tutte e tre le sorelle di essere onorevolmente collocate in matrimonio.
Plutarco dice: « orreva voce pubblica che Clodio avesse avuto commercio con le sorelle», e basta!
Ma questi sono argomenti per il dottor