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il bacio di lesbia 221

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu{{padleft:223|3|0]]— Si, veramente, un crudele destino, — esclamò il poeta Cecilio —. E aveva pur studiato la natura degli Dei! Si vede che gli Dei non amano che i mortali osino pur di indagare quale sia la natura degli immortali.

Un altro disse:

— E pensare che Marco Tullio poteva finalmente aver pace, e attendere ai suoi cari studii senza perturbazioni. Quel prepotente che mai gli dava requie, è morto.

— Clodio è morto? — balzò a dire Catullo.

— Non lo sapevate? Credevamo che lo sapeste, Catullo. Lo hanno ammazzato presso Boville, proprio su la via Appia del suo antenato.


Qui sorse discussione fra gli amici. Chi disse: «ben gli sta»; chi disse: «era la fine che doveva fare». Chi disse: «un degenerato di grande stirpe». Chi disse: «era molto amato dal popolo». Chi aggiunse: «dalla feccia del popolo». Chi disse: «tanto è vero che il discorso che Cicerone fece in difesa di Milone non lo potè proferire per intero nel forum, si il popolo tumulto. La leggeranno i posteri quell’orazione». Chi disse: «feccia? Degenerato? Secondo si intende. Non è da tutti essere amati, sia pur dalla feccia».

E infine uno disse:

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