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il bacio di lesbia 87

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Il bacio di Lesbia.djvu{{padleft:89|3|0]] si ricorda quando lei si tolse dal fianco di suo marito, e gli portò il piccolo dono.

«Ah, come eri cara! E piena di verecondo pudore era la tua colpa, quella notte!».

Bisogna proclamarla la propria felicità per goderla intera. E Catullo la cantò anche. Ma Metello, nonché altri, avrebbe potuto capire! Il console Metello era, si, distratto dalla politica; ma era uomo integro, amava sua moglie, e certe cose non le avrebbe sopportate. Perciò Catullo cambiò i nomi dei due felici amanti e ne fece due innocenti pastorelli, come Dafni e Cloe: lui è Settimillo, lei diventa la dolce Acmene. Hanno fermato il tempo, la vita si è fermata nel piacere e nel sole. Quanti uomini percorsero la vita senza nemmeno un raggio di sole!

Se non fosse profanazione verrebbe da dire che questo amore ha somiglianza con una folgorazione religiosa. È incendio di sensi, ma non è tutto qui. Se fosse solamente incendio di sensi non avremmo niente da dire e nemmeno niente da celebrare. Si seppellisce tutto in una tomba, come Giulietta e Romeo: si eleva anche un monumento, e poi ci pensano i vermini,

Il canto di Catullo diceva cosi:

Settimillo si tiene su le ginocchia in grembo Acmene, suo dolce amore e dice: Acmene mia, se disperatamente io non ti amo, e non

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