Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
— 179 — |
[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Il mondo è rotondo.djvu{{padleft:191|3|0]]
— Se ci pensa lei, io faccio quello che lei vuole. Io sono così! — e soffiò su la palma della mano.
Lui era felice come un povero autentico che può mettere impunemente la sua firma sotto qualunque cambiale. È sicuro che non pagherà. E questa è una gran consolazione.
— Se lei ci fa le spese, perchè no? La legge è questa: paga chi ha.
Lui non aveva niente: quando aveva quattro soldi, li andava a bere all’osteria. E una volta che il vino è nel corpo, non c’è doganiere che ci possa far pagare il dazio.
Beatus disse:
— Ma, io, mio caro, non son ricco.
Ma quell’idiota fece un risolino e disse:
— Vada là, vada là che lei è ricco tanto! Non me le dia da intendere.
In fondo l’idiota aveva ragione: lui, Beatus, era ricco, spaventosamente ricco: aveva mangiato l’ostia, aveva una responsabilità. Forse — cosa tremenda — poteva anche avere un’anima, e forse immortale.! Certamente aveva buon tempo per star lì, sdraiato su quella poltrona.