< Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu
Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta.

— 189 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Il mondo è rotondo.djvu{{padleft:202|3|0]]scalzo tripudiava: «Laudato sii tu, mio Signore». E andò a trovare i lupi della terra e amorosamente li confortò a cibarsi del pane degli angioli! Anch’egli vietò ai frati suoi che alcuna cosa fosse propria; ma egli portava con sè un pane soltanto, e non aveva macchine; ma la sua dama si chiamava Povertà, e non Ricchezza.

Anch’egli ai frati suoi comandò il lavoro; ma senza mercede. Le stelle, il sole erano per San Francesco il grande teatro, il canto delle rondini era il grande concerto, l’acqua era la grande ebbrezza. Ma i bolcevichi sono staccati dall’universo e dal mistero.

Ma gli occhi di San Francesco spiravano tepidezza di amore.

Egli, Francesco, sentiva dentro di sè quel suo tripudio, e credeva che fosse alcunchè di immortale. Egli non credeva, o ingenuo!, alla morte.

Egli, Francesco, credeva di poter essere operator di miracoli. Ma i lupi mangiano carne, e non margherite! E i cignali rompono le ghiande coi forti denti!

E l’ignorante, anche!

Egli, Francesco, ignorava che nel ventre di

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.