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Era anche sfacciato Pasquà. Apriva i libri, e vedendo scritto StoriaIh, quanta storia! — esclamò. — La so anch’io la storia come voi. Re Gioacchino, Re Ferdinando, Re Franceschiello...... Tutti fessi!

    Tornando dunque Beatus al suo albergo, trovò Pasquà sdraiato nel suo nirvana.

    Aprì gli occhi porcini e disse tetro a Beatus: — Felice voi! Sempre di società anchela mattina!

    — Perchè?

    — Perchè avete sempre il gilè bianco, i guanti, e le scarpette lustre.

    — Felice voi, Pasquà — disse di rimando Beatus —, voi che potete dormire anche al mattino; voi bella casa, voi bella salute, voi belle donne. — E indicò, nella cucina, le tre donne fresche e piacenti.

    Lo guatò torvo Pasquà e disse:

    Vui nun capite niente! Vui nun sapete che tengo dint’ ’u core mio. Quando si arriva all’età mia, che campo a fa ’ncoppa a stu mondo? E anche vui che campate a

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