< Pagina:Panzini - Il mondo è rotondo.djvu
Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta.

— 33 —

[[Categoria:Pagine che usano RigaIntestazione|Panzini - Il mondo è rotondo.djvu{{padleft:45|3|0]]

Capitolo V.

Fragole e ale di pollo.

Erano le undici e mezzo, e nella sala da pranzo non c’era nessuno ancora, fuorchè Giggia, la profuga dai chiari occhi idioti. Ella, senza pudore, essendo già l’ora di servire in tavola, infilava i suoi piedi nudi nelle calze.

— Voi che state facendo? — domandò Pasquà a Beatus.

— Caro Pasquà — rispose Beatus —, vorrei fare colazione, e mi è sembrato di sentire dalla cucina un odorino di brodo. Avete messo un pollo nella pentola?

Ce steva — disse Pasquà — ma sono venuti due operai e se l’hanno magnato.

— Due operai hanno mangiato un pollo?

Eh, caro signore — rispose Pasquà — mo’ i polli li magna chi lavora.

E allora entrò Carmè, la bianca, con un cestello di fragole.

Questa voce è stata pubblicata da Wikisource. Il testo è rilasciato in base alla licenza Creative Commons Attribuzione-Condividi allo stesso modo. Potrebbero essere applicate clausole aggiuntive per i file multimediali.