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— Veda — la avvertì Beatus saviamente — i conigli non si devono prendere per le orecchie...

Ristettero tutti un po’ a queste parole.

— L’orecchio — spiegò allora Beatus — è il solo organo di difesa che hanno questi infelici animali. L’enorme padiglione che li fa così ridicoli, è destinato ad accogliere le vibrazioni acustiche che li avvertono del pericolo. È una cartilagine delicatissima....

Com l’è curios! — disse allora la donna, che in romagnolo vuol dire, pazzerello, bizzarro.

Buona gente in Romagna a dare ascolto, nell’anno 1918, a un borghese civilmente vestito!

Ma già il capoccia, quello che immergeva le braccia nei cestoni dei conigli, faceva un gesto che voleva dire: «Andiamo, via, che non c’è tempo da perdere», quando la donna che lì presso scoiava il coniglio e pareva solo intenta a quella sua operazione, disse a Beatus in romanesco: — Ma non di’ fregnacce!

E tutti si misero a ridere. E Beatus anche.

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