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Ma poi l’occhio di Beatus abbandonò quelle pitture e passò sul volto del muratore.

Costui era ancor giovane, in maniche di camicia, e i calzoni rimboccati sui piedi scalzi. Ma pareva qualcosa di più che un muratore. Era questione di trovare che cosa fosse, e lo fissò con tanta insistenza che il muratore domandò: — Lei mi conosce, signore?

«Ho trovato! È il sanculotto — oggi diremmo, è il bolcevico — della nostra età.»

— Se ci buttavano meno calce sopra quelle pitture, si sarebbe fatto più presto a raschiare — disse l’onesto bolcevico.

— Vedete, amico mio — disse Beatus, — questa antica purità religiosa offendeva gli sguardi dei felici abitanti del secolo decimottavo, e perciò hanno intonacato, cioè coperto, e poi sopra ci hanno cosparso quelle frenetiche pitture, che dovevano parere futuriste al loro tempo, tanto è vero che la vanità ci lasciò il nome. Vedete quel nome? Pictor bononiensis pinxit anno Domini MDCCXXVIII, mentre queste antiche pitture sono senza nome, perchè realmente noi non abbiamo nome, o almeno Dio solo è giudice se dobbiamo avere un nome. E così quest’ombra di mistero che

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