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Capitolo XII,
Il salotto della marchesa.
Nel tempo che Aquilino era assai giovanetto, e che fra l’avemaria e l’ora di notte, la sua piccola città si addormentava, egli pensava talvolta come invece doveva esser beata la vita in quelle città, dove sui teatri splendenti rècitano e càntano gli uomini e le dee; e non il teatro dei burattini con quelle due candele di sego. E dove specialmente vi sono i club e le conversazioni. E (non le veglie, dove le donne vi si avviano con lo scialle, e lo scaldino sotto il zinnale: ma quelle conversazioni scintillanti, dove un servo in livrea annuncia conti e contesse; e vi sono quegli angioli con le trecce, fra cui un giovane di spirito può trovare anche una dote. O felicità, essere presentato in quei luoghi!
E qualche volta, nel suo letticciolo, sentendo avvicinarsi e lontanare il grido della guardia: «Sono le due, tempo sereno! Sono